Il bilancio delle morti sul lavoro in Italia resta drammatico: da gennaio a settembre 2025 si contano 784 vittime, otto in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Di queste, 575 sono decedute in occasione di lavoro e 209 in itinere.
A lanciare l’allarme è l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, che nel suo ultimo report evidenzia una situazione ancora critica: oltre metà del Paese si trova in zona rossa o arancione per incidenza di mortalità.
Le regioni più colpite sono Lombardia, Veneto, Campania, Piemonte ed Emilia-Romagna, mentre il settore più a rischio resta quello delle Costruzioni con 99 decessi. Seguono le Attività Manifatturiere (83) e i Trasporti e Magazzinaggio (71).
L’ingegnere Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio, commenta:
“Il panorama della sicurezza sul lavoro rimane preoccupante. È urgente investire nella formazione e nella cultura della prevenzione, strumenti essenziali per salvare vite e migliorare la qualità del lavoro.”
Rischio di morte per regione
Le regioni in zona rossa (oltre il +25% della media nazionale) sono Basilicata, Umbria, Campania, Puglia e Sicilia. In zona arancione figurano Liguria, Calabria, Abruzzo, Trentino-Alto Adige, Veneto, Piemonte e Sardegna.
L’età e il genere delle vittime
Gli over 65 sono la fascia più colpita (78 morti ogni milione di lavoratori), seguiti dai 55-64enni. Le donne decedute sono 68, cinque in più del 2024.
Stranieri più a rischio
Sono 171 i lavoratori stranieri morti nei primi nove mesi del 2025: un rischio più che doppio rispetto a quello dei lavoratori italiani.
Infortuni in aumento
Le denunce di infortunio totali crescono leggermente, passando da 433.002 a 435.883, con un incremento dello 0,7%.
Il venerdì si conferma il giorno più pericoloso della settimana, con oltre il 22% degli infortuni mortali registrati.
I dati completi e i grafici regionali sono disponibili sul sito ufficiale: www.vegaengineering.com/osservatorio.
