“Quanto sta accadendo nella zona meridionale della provincia di Siracusa e in particolare ad Avola è gravissimo: appare come un territorio fuori controllo, in cui, addirittura, i familiari di un capomafia condannato, Michele Crapula, chiedono a una scuola la registrazione video-audio di una conferenza e il diritto di replica per spiegare agli studenti le motivazioni per cui il proprio padre delinque”. A sostenerlo è il componente della commissione parlamentare Antimafia Mario Michele Giarrusso. Il senatore e il vicepresidente della commissione Antimafia, Luigi Gaetti, hanno scritto sul caso una interrogazione parlamentare indirizzata ai ministri dell’Interno, Marco Minniti e dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
Il giornalista Paolo Borrometi ha partecipato a un incontro all’istituto Majorana di Avola il 25 marzo in cui ha parlato della mafia locale. Dopo la conferenza a cui hanno partecipato 500 studenti l’avvocato dalla famiglia Crapula ha chiesto la registrazione dell’intervento di Borrometi alla scuola e il diritto di replica dei figli in un altro incontro da organizzare nell’istituto per difendere la propria posizione. Una richiesta, quest’ultima, che la scuola – contattata da “Repubblica” – sostiene di non avere mai ricevuto.
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“Michele Crapula – spiegano nell’interrogazione i senatori del M5S – è un boss affiliato all’associazione mafiosa “Cosa nostra”, in particolare al clan “Trigila”, e condannato per diversi reati, fra i quali associazione di tipo mafioso. Ha rivestito il ruolo di reggente e di capo del clan al quale appartiene e per tali motivazioni il boss è
stato condannato ed è attualmente detenuto”. Il Movimento 5 stelle, con l’interrogazione urgente, chiede quali iniziative di competenza intendano adottare i ministri interrogati affinché siano favorite iniziative ispirate ai valori della legalità, venga evitato che i familiari del capo mafia Michele Crapula possano confrontarsi con gli studenti e affinché l’Istituto scolastico di Avola possa essere tutelato da possibili ritorsioni mafiose.