Candidature a sindaco: Granata, Midolo e Randazzo in nobile silenzio, il resto come in un “avanspettacolo”, mentre il Pd annaspa…

La corsa alla carica del sindaco della città di Archimede è iniziata molto tempo prima della normale logica deduzione; una frettolosa corsa verso una confusione senza precedenti. Ciascuno dei papabili candidati si è dato un diverso stile nella presentazione alla corsa verso la candidatura, con comportamenti distinti e, come si suole dire, personalizzati. In tale senso, la politica siracusana negli ultimi 30 giorni non gode buona letteratura. Un’appariscente mancanza di proposte morali, oltre che della scorrettezza comportamentale nell’esercizio delle funzioni politiche, ha fatto la differenza. Fabio Granata e Ciccio Midolo si sono distinti per la decisione in dignitoso silenzio, secca e convinta di voler correre questa corsa da soli e senza tanta polvere negli occhi degli elettori siracusani che hanno assistito ad un teatrino degno del peggior avanspettacolo; la stessa cosa vale per Giovanni Randazzo, ma a corsa iniziata.

Ezechia Paolo Reale, Enzo Vinciullo, Massino Milazzo, Getano Cutrufo e Damiano De Simone, a tratti e con stili diversi, si sono specchiati, loro malgrado, in una politica carica di possibili compromessi e pettegolezzi. È apparso come se la deriva dei compromessi accordati e subito distrutti fossero un’indebita e ingiustificata generalizzazione di fatti reali mai realmente chiariti, tali da costituire la norma di un modo nuovo di fare politica, simile al vecchio traccheggio delle tre carte.

Sono le deviazioni della crisi che ha confuso ideologie e i giudizi negativi che obbligano a riguardare le singole azioni dei candidati, politici leali fino a prova contraria, insieme alle singole attività, fatti concreti, anche se deplorevoli, non già per la funzione della politica, la cui alta finalità deve staccarsi dalle degenerazioni e rimanere nella sua natura nobile e nel suo significato morale e comportamentale più profondo. Infatti, non si può dedurre dall’uso che, di fatto, se ne fa, quale che esso sia, ma dall’uso che se ne dovrebbe fare, secondo la natura propria di ogni cosa. Le deviazioni della politica dal bene comune, assumono sempre carattere morale e devono tenere sempre una deontologia schietta e chiara, senza ombre o veli.

La procedura della candidatura che Granata e Midolo hanno seguito finora, nell’ufficializzare la propria candidatura, interpreta uno stile che ha fatto la differenza, e mentre gli altri girano con i “fibrillatori” azionati in tasca, loro sono stati decisi nel centrare l’obiettivo, rivendicando e stabilendo la libertà delle azioni senza condizionamenti esterni.

Capitolo diverso per le vicende del Pd, che rimane schiavo delle proprie azioni, in una guerra intestina senza precedenti. Troppe anime e troppi suggeritori, anche se i candidati in ballo sono da considerare uomini corretti; ma il plurale dei candidati è d’obbligo perché la definizione aggregazione per vincere non si può applicare proprio per lo sfaldamento avvenuto nel partito già nelle regionali e che ora rischia di bruciare anche i fornelli. Il sindaco uscente Giancarlo Garozzo mantiene un basso profilo attuando la giusta dose di deontologia politica, con l’impressione generale che continua a parlare come se fosse il candidato ufficiale del Pd, ma non è così; la stessa cosa ha fatto Fabio Moschella sostenuto da una parte del Pd con tanto di bandiera e fanfara ufficiale. In tal senso insiste l’esigenza di contenere e ricondurre la politica nella sua specifica funzione all’interno di un partito o movimento, e non si può agire influenzati dalle polemiche o dalla piazza tumultuosa, con un comportamento incostante e contraddittorio, dove a trattare per il Pd e i dintorni sembrano essere sempre i soliti noti, Lugi Foti e Giovani Cafeo, dando così l’impressione del vuoto creato da una sola corrente interna e l’assenza di tutti gli altri, nell’incertezza politica e della debolezza causata dalla paura e dalla fretta cattiva consigliera, quando invece si deve procedere in favore di tutti, aprendo e indicando cammini nuovi e occasioni favorevoli e convincenti motivazioni, in favore dell’intera collettività; regola fondamentale nella Costituzione, nella logica dei partiti per gestire correttamente la politica.

Concetto Alota

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