Dodicesima edizione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!”: nel 2024 a rischio 276mila posti di lavoro regolari, il 30% delle imprese ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza. Sangalli: “Continuare a investire nella cultura della legalità”. Il sottosegretario Molteni: “L’asticella della sicurezza va tenuta alta”.
Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari. Nel dettaglio, 10,3 miliardi di euro vengono dall’abusivismo commerciale, 7,4 miliardi dall’abusivismo nella ristorazione, 5,1 miliardi dalla contraffazione e 5,4 miliardi dal taccheggio. Ci sono poi 7,1 miliardi imputabili a ferimenti, assicurazioni e spese difensive, per chiudere con la cyber criminalità che ha inciso per 3,9 miliardi. I dati emergono dalla ricerca “Più sicurezza per territori, imprese e città”, realizzata dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentata in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”, promossa dalla Confederazione per sostenere la cultura della legalità come condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale.
Quando si parla di sicurezza bisogna tenere presente che “non conta solo il dato ma anche come viene raccontato. Guardiamo la nostra ricerca: si dice che il 30% delle imprese del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, ed è vero. Fa però un altro effetto notare che il 70% non percepisce un peggioramento”. E che “i dati percepiti, il cosiddetto ‘sentiment’ vanno sempre associati con i dati oggettivi. Per esempio, il reato violento per eccellenza, l’omicidio, è ormai in costante diminuzione in Italia in questi anni. Inoltre, rispetto al passato, c’è una propensione maggiore a denunciare”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è entrato nel vivo del suo intervento in occasione di “Legalità ci piace!”, invitando a denunciare i fenomeni estorsivi.
Fa da eco il vice presidente di Confcommercio Siracusa, Paolo Blanco, responsabile per la legalità all’interno dell’associazione provinciale: “Denunciare è sintomo di fiducia nello Stato e nelle sue possibilità di intervento; a livello territoriale ci poniamo da sempre come collaboratori delle forze dell’ordine e promuoviamo sostegno e tutela agli imprenditori che si ritrovano in situazioni di difficoltà”. Legalità e sicurezza sono di certo strettamente legate, ma non sono la stessa cosa: la prima è il rispetto delle regole condivise che garantiscono diritti, doveri e libertà individuali e collettive, alla base della convivenza all’interno della comunità; la seconda è invece la condizione che consente a ogni persona di vivere, lavorare, muoversi ed esprimersi in libertà senza timore di subire violenze, soprusi o ingiustizie. Confcommercio continua e promuove il proprio impegno nello sviluppo della cultura della legalità.
Nel 2024 l’illegalità è costata alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 39,2 miliardi di euro e ha messo a rischio 276mila posti di lavoro regolari. Nel dettaglio, 10,3 miliardi di euro vengono dall’abusivismo commerciale, 7,4 miliardi dall’abusivismo nella ristorazione, 5,1 miliardi dalla contraffazione e 5,4 miliardi dal taccheggio. Ci sono poi 7,1 miliardi imputabili a ferimenti, assicurazioni e spese difensive, per chiudere con la cyber criminalità che ha inciso per 3,9 miliardi. I dati emergono dalla ricerca “Più sicurezza per territori, imprese e città”, realizzata dall’Ufficio Studi Confcommercio e presentata in occasione della dodicesima edizione della Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”, promossa dalla Confederazione per sostenere la cultura della legalità come condizione essenziale per lo sviluppo economico e sociale.
Quando si parla di sicurezza bisogna tenere presente che “non conta solo il dato ma anche come viene raccontato. Guardiamo la nostra ricerca: si dice che il 30% delle imprese del terziario percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024, ed è vero. Fa però un altro effetto notare che il 70% non percepisce un peggioramento”. E che “i dati percepiti, il cosiddetto ‘sentiment’ vanno sempre associati con i dati oggettivi. Per esempio, il reato violento per eccellenza, l’omicidio, è ormai in costante diminuzione in Italia in questi anni. Inoltre, rispetto al passato, c’è una propensione maggiore a denunciare”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, è entrato nel vivo del suo intervento in occasione di “Legalità ci piace!”, invitando a denunciare i fenomeni estorsivi.
Fa da eco il vice presidente di Confcommercio Siracusa, Paolo Blanco, responsabile per la legalità all’interno dell’associazione provinciale: “Denunciare è sintomo di fiducia nello Stato e nelle sue possibilità di intervento; a livello territoriale ci poniamo da sempre come collaboratori delle forze dell’ordine e promuoviamo sostegno e tutela agli imprenditori che si ritrovano in situazioni di difficoltà”. Legalità e sicurezza sono di certo strettamente legate, ma non sono la stessa cosa: la prima è il rispetto delle regole condivise che garantiscono diritti, doveri e libertà individuali e collettive, alla base della convivenza all’interno della comunità; la seconda è invece la condizione che consente a ogni persona di vivere, lavorare, muoversi ed esprimersi in libertà senza timore di subire violenze, soprusi o ingiustizie. Confcommercio continua e promuove il proprio impegno nello sviluppo della cultura della legalità.
Confcommercio Siracusa
Via Laurana 2/B – 96100 Siracusa
Tel. 0931 33823 – WhatsApp +39 3714650349 – E–mail: siracusa@confcommercio.it
Codice Fiscale: 80001170895 – Pec: confcommercio.siracusa@legalmail.it
Website: www.confcommercio.sr.it
Sintesi dei principali risultati
Il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un
peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024.
ANDAMENTO FENOMENI CRIMINALI
I furti sono il fenomeno criminale percepito in maggior aumento
dagli imprenditori (per il 28%, +4,5 punti percentuali rispetto al
2023), seguiti da atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti
sul 2023) e dalle rapine (25,3%, +6,4 punti in confronto al 2023).
L’usura, che negli ultimi anni è stato il fenomeno segnalato più in
crescita, scende al 20,6% (–3,8 punti sul 2023).
FURTI, ATTI VANDALICI, RAPINE
Quasi un imprenditore su tre (31,3%) teme che la propria impresa
possa essere esposta al rischio di fenomeni criminali quali furti,
rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. I furti sono il crimine che
preoccupa maggiormente gli imprenditori in termini di sicurezza
personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (33,2%).
BABY GANG E MALA MOVIDA
Il 21,3% degli imprenditori dichiara di aver riscontrato episodi
criminali legati alla presenza delle “baby gang” nella zona di
operatività dell’impresa e di questi quasi la metà (48%) è
preoccupato per la propria attività. Tre imprenditori su dieci temono
il fenomeno della “mala movida”, soprattutto per il degrado urbano
(49,5%) e per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture
(45,8%).
USURA E RACKET
Il 27,7% degli imprenditori ha avuto notizia di episodi di usura o
estorsione nella propria zona di attività e il 25,8% teme il rischio di
esposizione a questi fenomeni. Di fronte a questi crimini il 63,1%
degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, il
50,5% si rivolgerebbe alle associazioni di categoria e alle
organizzazioni antiusura, il 22,1% dichiara che non saprebbe cosa
fare.
CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO
Il 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato
dall’abusivismo e dalla contraffazione per via soprattutto della
concorrenza sleale (50,1%) e della riduzione dei ricavi (23,1%).
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Website: www.confcommercio.sr.it
Sintesi dei principali risultati
Il 30% delle imprese del terziario di mercato percepisce un
peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2024.
ANDAMENTO FENOMENI CRIMINALI
I furti sono il fenomeno criminale percepito in maggior aumento
dagli imprenditori (per il 28%, +4,5 punti percentuali rispetto al
2023), seguiti da atti di vandalismo e spaccate (25,4%, +4,3 punti
sul 2023) e dalle rapine (25,3%, +6,4 punti in confronto al 2023).
L’usura, che negli ultimi anni è stato il fenomeno segnalato più in
crescita, scende al 20,6% (–3,8 punti sul 2023).
FURTI, ATTI VANDALICI, RAPINE
Quasi un imprenditore su tre (31,3%) teme che la propria impresa
possa essere esposta al rischio di fenomeni criminali quali furti,
rapine, atti vandalici, aggressioni, etc. I furti sono il crimine che
preoccupa maggiormente gli imprenditori in termini di sicurezza
personale, dei propri collaboratori e della propria impresa (33,2%).
BABY GANG E MALA MOVIDA
Il 21,3% degli imprenditori dichiara di aver riscontrato episodi
criminali legati alla presenza delle “baby gang” nella zona di
operatività dell’impresa e di questi quasi la metà (48%) è
preoccupato per la propria attività. Tre imprenditori su dieci temono
il fenomeno della “mala movida”, soprattutto per il degrado urbano
(49,5%) e per atti di vandalismo e danneggiamenti alle strutture
(45,8%).
USURA E RACKET
Il 27,7% degli imprenditori ha avuto notizia di episodi di usura o
estorsione nella propria zona di attività e il 25,8% teme il rischio di
esposizione a questi fenomeni. Di fronte a questi crimini il 63,1%
degli imprenditori ritiene che si dovrebbe sporgere denuncia, il
50,5% si rivolgerebbe alle associazioni di categoria e alle
organizzazioni antiusura, il 22,1% dichiara che non saprebbe cosa
fare.
CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO
Il 60,1% delle imprese del terziario si ritiene penalizzato
dall’abusivismo e dalla contraffazione per via soprattutto della
concorrenza sleale (50,1%) e della riduzione dei ricavi (23,1%).