Cronaca – Poliziotti arrestati, le accuse dei due collaboratori di giustizia

Il riscontro alle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia ha permesso agli inquirenti di scoperchiare una serie di episodi che coinvolgono tre poliziotti e un carabiniere: avrebbero avuto stretti e costanti contatti con i referenti di alcune delle piazze di spaccio del capoluogo. Nelle sessanta pagina di cui si compone l’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Catania, Fabio Di Giacomo Barbagallo, c’è la fotografia di una commistione tra tutori dell’ordine e trafficanti di droga i quali, dal 2014 al 2018 e, ancora prima, nel 2011, ricevevano partite di droga, in precedenza sequestrate, dietro compenso di denaro. Le indagini della guardia di finanza e della squadra mobile della questura aretusea sono partite dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Capodieci, 45 anni, ritenuto a capo di una delle organizzazioni dedite al traffico di stupefacenti. Dal gennaio dello scorso anno ha reso una sequela di dichiarazioni ai magistrati della Procura distrettuale antimafia, ai quali disse: “Ho deciso di collaborare con la giustizia per cambiare vita, dando un futuro onesto a me e ai miei figli e alla mia famiglia”.

Nel mese di settembre “Cesco” Capodieci si è vista infliggere la condanna in appello a cinque anni di reclusione nell’ambito del processo scaturito dall’operazione antidroga “Bronx”. Nella vicenda dei poliziotti, Capodieci ha contribuito a fare ricostruire agli inquirenti il passaggio d’informazioni che gli hanno permesso nel 2018 di sfuggire a una retata. Riceveva notizie sulla presenza di telecamere nelle piazze di spaccio, su imminenti blitz delle forze dell’ordine e partite di droga sequestrate in cambio di denaro erogato a favore di Giuseppe Iacono e Rosario Salemi, entrambi in servizio alla sezione narcotici della squadra mobile aretusea, (oggi il primo è in servizio alla Polfer e il secondo è da due anni in quiescenza). Mentre a entrambi gli indagati viene contestata anche il reato associativo, per il vice ispettore Claudia Catania, l’accusa è di detenzione a fini di spaccio di stupefacenti e di peculato, per essersi appropriata della droga sequestrata e destinata all’ufficio corpi di reato del tribunale.

Il pubblico ministero Alessandro Sorrentino, che ha coordinato le indagini, ha avuto modo di riscontrare anche le dichiarazioni di Massimiliano Mandragona, la cui collaborazione con la giustizia risale al 2013 anche se degli episodi che coinvolgono i poliziotti nulla aveva riferito per timore di ritorsioni. Sia Capodieci sia Mandragona sono indagati a piede libero in questa vicenda come altri protagonisti delle piazze di spaccio, Riccardo Di Falco, Giancarlo De Benedictis, Vincenzo Santonastaso e Vincenza Farieri.

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By Redazione

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