Dopo il tampone, altri 3 casi positivi al parco archeologico

L’esito del tampone è positivo al Covid 19 per altri 3 dipendenti del Parco archeologico di Siracusa. Come si ricorderà, tutto il personale era stato sottoposto venerdì al tampone, ovvero 57 giorni dopo la morte del direttore Calogero Rizzuto e della sua collaboratrice, Silvana Ruggeri, entrambi a causa del Coronavirus. E a distanza di oltre un mese e mezzo ci sono ancora degli strascichi del contagio in quel polo museale che è stato uno dei focolai principali della città.

Sono stati posti in quarantena, quindi, un dipendente del parco archeologico e due in servizio negli uffici del museo Paolo Orsi. “Abbiamo più volte espresso il nostro dissenso rispetto al ritardo con cui sono stati effettuati i tamponi al personale del Parco – dice Paola Di Gregorio sindacalista della Cisl – e avevamo ragione da vendere se a distanza di 57 giorni, riscontriamo ancora la positività al Covid 19 in 3 dipendenti che sono stati contagiati e che, a loro volta, inconsapevolmente, avrebbero potuto contagiare gli altri loro colleghi per non parlare dei rispettivi familiari che ci auguriamo siano sottoposti a specifico controllo. Qualcuno potrebbe obiettare che avrebbero potuto essere contagiati ovunque non per forza sul posto di lavoro ma, come si suol dire, 3 indizi formano una prova per cui ci sono tutti i presupposti che i tre dipendenti abbiano contratto il Coronavirus negli uffici del parco e del museo”.

Il caso è scoppiato il 23 marzo quando, dopo alcuni giorni di ricovero in terapia intensiva dell’ospedale Umberto I, il direttore Rizzuto è rimasto vittima del Covid, che aveva contratto qualche settimana prima. Due giorni dopo, sempre all’ospedale siracusano è deceduta la 51enne collaboratrice di Rizzuto, anche lei a causa delle conseguenze nefaste del Coronavirus. “Con una situazione davvero drammatica – dice Di Gregorio – il minimo che si potesse fare era quello di fare uno screening sul personale in servizio al Parco e al museo Paolo Orsi. Invece, mentre il personale amministrativo, se non in quarantena volontaria, ha adottato lo smart working, i custodi e altri dipendenti hanno dovuto coprire ilo servizio continuando a frequentare i luoghi dove era avvenuto il contagio”.

Adesso che ci si avvia all’ulteriore fase di allentamento delle misure di contenimento dell’epidemia, c’è la possibilità di riaprire le porte dei musei. “Prima di fare questo passo – conclude la sindacalista – servirebbe una concreta e massiccia opera di sanificazione di tutta la struttura”.

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