Noto, parte dalla Capitale del Barocco il primo Festival delle Arti Effimere

 

Grande successo per la prima edizione del Festival delle Arti Effimere che ha avuto il suo battesimo a Noto, città siciliana da oltre quarant’anni punto di riferimento assoluto nel panorama delle Infiorate e nella realizzazione di tappeti artistici. Proprio nello scorso week end lo spazio antistante la chiesa del Santissimo Salvatore, in pieno centro storico, ha ospitato la tappa d’esordio dell’evento ideato dalle Associazioni CulturArte di Noto, Coriandolata di Acireale e Inverdurata di Pachino, supportato dall’ Assemblea Regionale Siciliana, che ha deciso di lanciare il progetto, e patrocinato dalla Coordinadora Internacional de Entidades de Alfombristas de Arte Efimero, dalla Consulta della Cultura di Acireale, dal Comune di Noto, dal Comune di Acireale, dal Comune di Pachino, dalle Diocesi di Acireale e Noto, dal Seminario Vescovile di Noto, dalla Fondazione Carnevale di Acireale, dalla Pro Loco di Acireale e dal Museo Diffuso nelle chiese del centro storico di Noto Cooperativa etica Oqdany.

Dalla giornata di venerdì 17 gli artisti delle tre associazioni chini sul sagrato hanno lavorato ai quattro tappeti di 4 metri per 4, tre con le singole tecniche ed uno che le racchiudeva tutte, completando solo alle 8 del mattino di sabato 18. “Un’esperienza unica nel suo genere – ha commentato Valentina Mammana, Presidente dell’Associazione CulturArte, vice Segretaria e Presidente della Commissione progetti e Segretaria del Comitato Scientifico-. Tre associazioni che in comune hanno l’amore per la Sicilia e l’Arte Effimera, arte che sebbene abbia breve durata nel tempo, unisce persone e rimane indelebile negli occhi di chi l’ha vissuta. Sembrava impossibile in questo 2020, anch’esso effimero, riuscire a fare arte, ed a farla insieme con altri; ed è per questo che il Festival delle Arti Effimere 2020 assume un sapore ancora più forte. In 20 giorni siamo riusciti, insieme con i miei soci e con la collaborazione delle altre due Associazioni, a realizzare la prima tappa ed a portarla a termine con successo, nonostante la pioggia”. Un impatto straordinario non solo visivo e di resa dei quattro bozzetti ma anche sui visitatori, numerosi ed entusiasti. “Ascoltare le impressioni della gente sulla diversità dei materiali, sull’atmosfera che si respirava in quei tre giorni è stata una grande emozione – prosegue Valentina Mammana-. L’obiettivo era fare arte insieme, in sicurezza, ma con la voglia di creare bellezza attraverso l’amicizia, l’estro e la fantasia. Questo progetto nasce da un sogno, il sogno per cui l’arte esiste per unire storie e mai per dividere, e siamo noi gli artefici del nostro futuro. L’opera che abbiamo realizzato insieme con le tre tecniche è la prima nella storia dell’arte Effimera siciliana, a dimostrazione che l’unione da sempre ci rende forti. Adesso se saremo in grado di custodire l’esperienza e di sognare ancora, allora questo Festival potrà diventare la dimostrazione che territori apparentemente diversi possono fare rete e contribuire ad accrescere ammirazione e rispetto per la nostra terra, e che persone di città diverse sono capaci, insieme, di regalare emozioni attraverso opere. “Sguardi Barocchi”, titolo e tema dato alla tappa di Noto, sarà difficile da dimenticare.

Ringrazio chi ha reso possibile questo sogno, l’Assemblea regionale siciliana ARS nella persona della sua Vicepresidente Angela Foti che da buon artista e lungimirante politico, ha creduto al progetto e lo ha vissuto

intensamente con noi sin dall’inizio, e in tutti e tre i giorni. Bello ed importante vedere la politica al servizio dell’arte. Ringrazio per il patrocinio e la presenza la Diocesi nella persona del Vicario del Vescovo, Don Angelo Giurdanella e il Comune di Noto, nelle persone del Sindaco Corrado Bonfanti e dell’Assessore al Turismo Giusi Solerte che hanno contribuito alla riuscita di un evento che speriamo possa fare storia”. Sul tema “Sguardi barocchi” questi i bozzetti: “Dal Barrueco al mar” autori Paola Iozzia e Fabio Finocchiaro, esecutori gli artisti dell’Associazione CulturArte, per il quale sono serviti 250 chilogrammi di sale, colorato con ben 65 tonalità e sfumature, un record per un’opera di 16 metri quadrati; “L’urlo silenzioso della storia” autori ed esecutori i posatori di coriandoli dell’Associazione Coriandolata di Acireale, con 15 chilogrammi di coriandoli e 50 chilogrammi di sabbia vulcanica; “Echi cromatici” autore ed esecutore l’Associazione Inverdurata di Pachino, con 8 chilogrammi di melanzana violetta, 6 chilogrammi di carote, 25 di pomodoro ciliegino, 8 di anguria, 10 di mini anguria, 10 di melone di Paceco, 8 di zucca lunga, 12 di frumento e 20 chili di mais frantumato, prodotti questi non vendibili perchè di seconda scelta. Alla fine di questa prima tappa che ha visto anche la consegna del testimone ad Acireale ed all’Associazione Coriandolata per il secondo appuntamento, quello dell’8 e 9 agosto, i cui dettagli saranno illustrati nella conferenza stampa che si terrà venerdì prossimo 31 luglio nella città di Aci e Galatea, registriamo il commento entusiasta di Salvatore Celeste: “È stato il mio primo evento come delegato dell’Ufficio della Pastorale del turismo e sport della Diocesi di Noto, ed ho avuto conferma che l’arte è l’unico bene che unisce. Nella serata di realizzazione dei bozzetti le tre associazioni protagoniste hanno espresso tutta la loro professionalità e passione verso un modo di vivere l’arte che se pur effimero nella sua distruzione, accresce, in colui che la vive e in colui che ne fruisce, la bellezza della condivisione di un’esperienza da conservare dentro. Il tutto amplificato dalla straordinaria grandiosità ed imponenza del contesto architettonico che l’ha ospitato; tre associazioni, tre città, un unico territorio da condividere, valorizzare e promuovere sotto quella luce che favorisce i rapporti umani e non l’egoismo del singolo individuo”. Importante anche la disponibilità della Cooperativa Oqdany di Noto, presieduta dallo stesso Salvatore Celeste, di far visitare, nelle due serate, l’itinerario del museo diffuso delle chiese del centro storico. Alla fine è arte effimera si, ma al Festival si augura lunga, lunghissima vita!

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