Siracusa. Villa Abela, via libera alla costruzione di un nuovo immobile


Via libera per la ripresa della costruzione di un edificio al posto della villa Abela in Largo Campania. Il consiglio di giustizia amministrativa ha rigettato l’appello proposto dal condominio Residence Akradina contro il Comune capoluogo, la Sovrintendenza e nei confronti della società Assennato Costruzioni Edilizie. Il condominio aveva chiesto la riforma della sentenza emessa il 23 febbraio 2017 dal Tar di Catania.

La vicenda prende avvio con la presentazione da parte dell’amministratore del Residence Akradina, dell’istanza di avvio di procedimento finalizzato all’apposizione del vincolo monumentale alla Villa Abela. Non avendo avuto alcun riscontro e temendo che, nel frattempo fosse stata rilasciata l’autorizzazione paesaggistica relativa a un progetto per la demolizione e la ricostruzione di un edificio residenziale proposto dalla ditta Assennato, il condominio ha ottenuto il 24 febbraio 2016 dal Tar di Catania l’accesso ai documenti. Da quegli atti è stato possibile apprendere che la Soprintendenza nel 2013 aveva avviato il procedimento di dichiarazione di interesse culturale per Villa Abela e per il suo giardino. In particolare, emergeva che “dalle prime indagini e dai sopralluoghi, la valenza storica ed artistica dell’immobile, che risulta essere testimonianza del linguaggio architettonico comunemente definito Liberty” ma anche che “l’immobile è costruito in un’area ad immediato ridosso della fascia costiera e forma con questa un insieme di notevole valenza paesaggistica, permeato da latomie ed altre preesistenze di natura archeologica”. Alla luce di ciò, la Sovrintendenza aveva sospeso il procedimento anche se, successivamente, la stessa amministrazione affermava che “le trasformazioni apportate all’immobile nel corso egli anni non consentono più la lettura delle caratteristiche architettoniche primigenie”. Insomma, la villa Abela non aveva più “l’interesse culturale particolarmente importante” e quindi è stato sospeso il procedimento per l’apposizione del vincolo sull’immobile.

Quella nota è stata impugnata dal condominio al Tar di Catania che ha respinto motivando, tra le altre cose, che il condominio ricorrente non aveva diritto a partecipare al procedimento perché non ha idoneamente documentato di avere presentato un’istanza per il vincolo monumentale sulla Villa Abela mentre il procedimento fu avviato su richiesta dell’impresa costruttrice. Non solo, ma anche perché il provvedimento della Soprintendenza era motivato sulla scorta di un’istruttoria approfondita.

Per il Cga, l’appello del condominio Akradina è infondato, e ne spiega i motivi nelle 11 pagine di cui si compone la sentenza. Tra le altre cose, i giudici affermano che “il fatto che, a seguito di approfondito esame, l’amministrazione (Soprintendenza) abbia mutato indirizzo (nel corso del procedimento), dimostra che all’azione di tutela cautelare (…) è poi seguita, com’è giusto che sia, la fase della valutazione analitica (…) Il che è indice di onestà intellettuale e non già di perplessità o di contraddittorietà; e dimostra che l’istruttoria è stata approfondita e non sommaria”. Sull’errore di datazione della Villa Abela, il Cga sottolinea “l’accertata circostanza che l’immobile abbia ormai perduto, in ragione delle modifiche via via intervenute negli anni, l’originaria connotazione”. E poi spiega che “l’immobile insiste in zona B del vigente Prg e che pertanto l’area non è sottoposta a tutela”. Allo stesso modo “l’edificio ricade al di fuori della perimetrazione di cui al vincolo Zona Cappuccini (…) che contiene, invece, parte dell’area di pertinenza, comunque non interessata dal progetto dell’impresa costruttrice”.

Francesco Nania

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