Mellili:Abbracciata Collettiva, nuotare per accorciare le distanze con l’autismo

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Acqua. Nell’elemento in cui siamo nati si può imparare ad affrontare la vita. E’ semplice per un bambino tuffarsi in piscina tra i suoi coetanei, più difficile per un bambino autistico, costretto a misurarsi con una vita di paure e ostacoli. Ma in acqua no, l’acqua diventa l’ambiente sicuro dove sconfiggere l’isolamento e la solitudine. Lo ha scoperto la Tma, Terapia multisistemica in acqua metodo Caputo-Ippolito, che da sperimentazione è diventata una pratica quotidiana anche nella piscina del Centro FIN Melilli, luogo dell’evento Abbracciata Collettiva. Non solo la terapia, una maratona di nuoto di 30 ore che si svolge in contemporanea a Roma, Napoli, Foggia, Milano, Treviso e Reggio Calabria.

Le regole sono semplici. Ogni partecipante entra in acqua da un minimo di 15 minuti per il tempo che vorrà. C’è chi galleggia, chi nuota, chi gioca con gli operatori, anche di notte le piscine saranno animate. L’invito è esteso non solo ai bambini affetti da autismo, ma anche ai loro familiari, amici, conoscenti e a chiunque voglia prendere parte a questa iniziativa. <<La somma dei chilometri percorsi da ogni “atleta” rappresenterà, simbolicamente, il tentativo di avvicinarsi alle famiglie dei bambini autistici>> spiegano gli organizzatori.

A questa manifestazione è stata affiancata la realizzazione di un libro “Vicky un amico da abbracciare”, nato da un’idea di Cettina Marziano. Un racconto a fumetti far conoscere e accogliere l’autismo, a partire dai bambini . Tra gli ospiti, Don Fortunato Di Noto della fondazione Meter Onlus,e Patrizia Maiorca, figlia del compianto campione mondiale di apnea Enzo.

Il nuoto e l’attività in acqua, attraverso la TMA metodo Caputo Ippolito, offre grandi opportunità di integrazione e di rieducazione. Lo sa bene Barbara, mamma del piccolo Mattia, anche lui oggi impegnato in vasca. <<La TMA non è solo questo. Permette di uscire da quell’isolamento sociale che non solo coinvolge il bambino autistico ma anche l’intera famiglia. Vedere partecipare altri genitori con i loro ragazzi autistici in un ambiente pubblico come quello di una piscina e uscire da quell’isolamento è una grande soddisfazione. Vedere mio figlio insieme ai suoi compagni e divertirsi, questo per me è il traguardo più grande>>.

<<In occasione della giornata mondiale sull’Autismo  – aggiunge Barbara – vengono attivate molte iniziative ma quest’anno, con l’Abbracciata Collettiva, si sta cercando di fare qualcosa di concreto. Qualcosa che ci fa sentire protagonisti e non semplici spettatori di questa giornata. In acqua non c’è distinzione tra disabilità e normalità. Un luogo in cui, per due giorni, siamo tutti uguali, mostrando quanta normalità c’è nelle nostre vite. Grandi e piccoli giocano, nuotano e si divertono insieme>>

L’acqua è opportunità. L’acqua crea istintivamente il bisogno di aggrapparsi, ti costringe al contatto, a costruire una relazione sicura. Si parte dall’acqua per costruire le stesse relazioni nella quotidianità. Come racconta Francesco Paoletti responsabile della TMA Group a Melilli. <<In piscina favoriamo l’aggrappamento, siamo le loro ancore. C’è la fase in cui il bambino impara a nuotare, e si stacca dal suo operatore. L’acqua di per sé invita al gioco, i movimenti guidati favoriscono autonomia e autostima. A poco a poco, ci si relaziona con gli altri>>

<<E’ interessante scoprire come i bambini con spettro autistico – spiega Francesco – imparano molto prima degli altri ragazzi a nuotare. Il mio lavoro mi porta a relazionarmi con bambini, anche di 3 anni, in acqua alta. Sviluppano questa e molte altre capacità prima di molti bambini. E’ questo che bisogna comprendere che la diversità non è debolezza, anzi>>.

<<Insieme agli altri operatori ci tuffiamo in acqua indossando delle mute, su cui sono disegnate le divise dei super eroi. Il nostro motto è: “super eroi nei limiti” e quei limiti sono appunti i nostri. L’Abbracciata Collettiva è un momento per vedere quello che sanno e possono fare questi ragazzi. Allargare la nostra mente e superarli, quei limiti>>. 

Fra gli intenti della giornata c’è proprio quello di superare limiti che sono i pregiudizi. Cancellare la diffidenza dei partecipanti con un “tuffo in piscina”. E’ un modo per “abbracciare” le loro cause finalizzate al riconoscimento dei diritti dei loro bambini speciali,  spesso negati. Un segno di vicinanza e di condivisione attraverso lo sport che riesce ad abbattere le barriere e a rendere tutti uguali.

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