Petrolchimico: l’inquinamento e il caso Ias tra accuse e soluzioni a largo raggio

A cura di Concetto Alota

Rimane ancora in piedi il grave problema del depuratore biologico consortile Ias di Priolo. I termini della vicenda sono stati oggetto di approfondimento nella riunione a suo tempo convocata dal presidente della Regione, Renato Schifani, per fare il punto della situazione dopo che la magistratura siracusana ha disposto il sequestro dell’impianto e i tanti servizi giornalistici. Dal 2022 il depuratore Ias è sotto sequestro; la Procura di Siracusa ipotizza un gravissimo disastro ambientale, ribadendo più volte che l’impianto non era nelle condizioni di gestire le sostanze tossiche che riceveva.

La notizia che saranno eseguite le operazioni di prelievo dei campioni d’acqua dalle vasche del depuratore biologico consortile Ias di Priolo. Saranno effettuati dai consulenti nominati dal giudice per le indagini preliminari nell’ambito dell’incidente probatorio scaturito dall’inchiesta della Procura di Siracusa che ha ipotizzato il disastro ambientale aggravato a causa dell’inquinamento atmosferico e marino prodotti e tanti altri reati, come l’illegittimità dei titoli autorizzativi.

Sarà presente il professor Francesco Pirozzi, docente di ingegneria sanitaria ambientale e direttore del Dipartimento di Ingegneria civile all’università Federico II di Napoli, del professor Fabrizio Martinelli, esperto di chimica forense e del professor Piero Sirini, docente di ingegneria sanitaria ambientale all’Università di Firenze. I consulenti saranno affiancati dai consulenti di partire nominate dai singoli indagati e dalle imprese coinvolte nell’inchiesta. I tre esperti hanno iniziato le operazioni peritali nel settembre scorso e hanno ottenuto una proroga per completare l’intera attività di consulenza. I campioni d’acqua prelevati saranno oggetto di analisi di laboratorio per verificarne l qualità e l’eventuale presenza e concentrazione di sostanze inquinanti. Tra i quesiti posti dal giudice per le indagini preliminari, quello di accertare se l’impianto biologico abbia la possibilità strutturale e funzionale di depurare i reflui e se questi siano stati trattati in conformità alla normativa vigente e alle Bat applicabili.

C’è da registrare il trasferimento del Gip del tribunale di Siracusa, Salvatore Palmeri, presso il tribunale di Catania. Il procedimento penale relativo all’Ias sarà consegnato ad un altro Gip che dovrà studiare l’intrigata vicenda. La prossima udienza è fissata per il mese di settembre, nella quale è previsto il deposito dell’esito della perizia.

In merito l’importante commento dell’ambientalista Pippo Ansaldi del giugno del 2022 sul caso Ias. “Nel 1988 intervenne pure la magistratura che mise  sotto sequestro la sala quadri perché fu verificato che si era fatto ricorso intenzionalmente allo scarico di emergenza immettendo con tale procedura anomala circa 300 mila metri cubi ( il 25% dell’intera portata) di refluo non depurato, altamente inquinante di sostanze tossiche, direttamente nel collettore che lo adduceva a mare e ciò per consentire l’ingresso all’impianto di depurazione di un refluo proveniente dall’Enichem incompatibile con il trattamento biologico. È da anni che all’IAS si discute di assetto societario, di copertura delle vasche di ossidazione e di manutenzione straordinaria ma a tutt’oggi è rimasto tutto solo sulla carta a vantaggio delle parcelle degli avvocati che istruiscono azioni giudiziarie che incidono in maniera non indifferente sull’economia della società”.

 

 

 

 

 

 

 

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