La Calabria dice no alla zona rossa: Spirlì impugna l’ordinanza

No al nuovo lockdown la Calabria si prepara ad agire sul piano legale, impugnando il provvedimento del ministro della Salute, Roberto Seranza, che l’ha inserita fra le  zone del paese  più a rischio a causa dell’emergenza coronavirus. Il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, esponente della Lega, che già ieri aveva contestato la decisione del Governo, ha annunciato stamane la decisione.  “Impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria” ha annunciato in mattinata.”Questa regione  – ha aggiunto – non merita un isolamento che rischia di esserle fatale”.​

“Una volontà preconcetta”

«Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto – ha affermato Spirlì – alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta. Altre regioni, con dati peggiori dei nostri – spiega ancora il presidente facente funzioni della Regione – sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato – e ne sono felice – la chiusura. Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la “vita” o la “morte” di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria. Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione – attraverso misure differenziate e restrizioni mirate – è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo”.

I dati ufficiali, secondo Spirlì , “confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale. Il numero complessivo dei contagi e lo stato attuale del nostro servizio sanitario  non possono perciò offrire alcun supporto alla scelta di inserire la Calabria nelle zone rosse del Paese. In virtù di queste premesse, nella consapevolezza di dover difendere a ogni costo una regione e una comunità che hanno già fatto enormi sacrifici, annuncio la volontà della Giunta regionale di presentare ricorso un’ordinanza ingiusta. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo».

Le manifestazioni di protesta

Intanto, in tutta la regione sono state organizzate iniziative di protesta davanti alle sedi istituzionali. A Catanzaro, circa 200 persone si sono radunate spontaneamente, nella tarda mattinata di oggi, davanti al palazzo della Giunta. All’iniziativa hanno  partecipato esponenti delle categorie economiche più colpite dalla crisi.  Spirlì è sceso nella piazza della cittadella regionale e si è intrattenuto con alcuni dimostranti, informandoli delle ragioni che lo hanno spinto, insieme all’esecutivo, di opporsi al provvedimento che istituisce la zona rossa e  alla  proroga del commissariamento della sanità .

“Maestà, il popolo ha fame”; “Salute, lavoro, sogni non sono clementine”; “Meno spot più ospedali” sono alcuni degli slogan riportati sui cartelli esposti. Presenti anche alcuni operatori della sanità con cartelli su cui era scritto: “Salute per tutti” e “Assunzioni subito”. La protesta si  è svolta nel massimo ordine e tutti i manifestanti hanno  indossato mascherine di protezione. Spirlì, che aveva abbandonato la piazza per tornare nei suoi uffici  accompagnato da qualche frase di contestazione, ha poi ricevuto una delegazione. Altre iniziative sono annunciate per questa sera in tutte le province.

Gli appelli dal Parlamento

Contro il Governo si sono pronunciati diversi parlamentari calabresi, ma anche Aldo Ferrara, presidente dell’Unindustria regionale, ha esortato Roma a non abbandonare la Calabria. “Responsabilità, disciplina e lucidità  – ha detto Ferrara – sono le parole d’ordine che devono caratterizzare il nostro operato durante questa nuova e complicatissima fase sanitaria ed economica mettendo, certamente, la salute al primo posto ma essendo perfettamente consapevoli degli effetti gravi che riguarderanno il sistema economico regionale nel suo complesso con conseguenze  peggiori durante questo secondo lockdown a causa di ritardi cronici e impegni disattesi rispetto alle legittime aspettative di sviluppo della nostra regione. Pertanto auspichiamo che alle misure straordinarie imposte alla Calabria in questo momento corrispondano misure altrettanto straordinarie sotto il profilo economico. Ma sia ben chiaro  – ha spiegato – che non siano ristori o sospensioni ma interventi e sostegni ampi e strutturali che consentano anche alla nostra regione di sprigionare tutto il potenziale di competitività che può esprimere”.

Nella regione, intanto, si registra un  record di contagi. Le persone risultate positive,  oggi, sono state 358 in più rispetto a ieri, come emerge dal bollettino quotidiano dei dati relativi al coronavirus. I decessi dall’inizio dell’emergenza sono 128 (+4 rispetto a ieri).

 

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By wltv

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