Mobilitazione generale Siracusa contro il rischio di default economico

 

Siracusa, 18 novembre 2022 – Cgil e Cisl territoriali, insieme alle associazioni datoriali, ai Sindaci, alle istituzioni, a partiti e movimenti, alla società civile, hanno deciso di mobilitarsi perché coscienti che
la situazione economica della provincia di Siracusa rischia il default.
Gli scenari che potrebbero seguire sarebbero indubbiamente drammatici per la tenuta
sociale dellintero territorio.
Proprio per questo abbiamo ritenuto mobilitarci per accendere i riflettori su quanto sta
pericolosamente montando attorno alla zona industriale e, inevitabilmente, sui rischi
possibili per leconomia circolare provinciale.
Le industrie petrolchimiche e chimiche rappresenteranno ancora per anni settori
strategici per la crescita e per lo sviluppo industriale del Sistema paese, costituendo il
punto di partenza per moltissimi comparti industriali, rifornendoli di prodotti essenziali
per la loro attività e per i loro manufatti. Per la natura di industria globalizzata il settore
risente più di altri dei cambiamenti e delle incertezze legati alle diverse politiche
economiche dei principali Paesi produttori.
Il settore deve essere orientato e supportato per garantire i necessari livelli di
innovazione, puntando a prodotti che assicurino una maggiore sostenibilità ambientale,
in linea con quanto previsto dalla nuova politica energetica prevista dal Piano Energia
e Clima 2030 (PNIEC 2030).
Il Polo industriale di Siracusa rappresenta un sistema produttivo che, concentra il 15%
del valore aggiunto dell’industria di trasformazione della Regione Siciliana,
contribuendo per oltre il 53% del valore aggiunto della provincia di Siracusa.
Nel Polo sono occupati circa 8000 lavoratori, ai quali si aggiungono quelli di tutti i
servizi collegati ed i portuali per arrivare a più di 10000 persone.
L’area gravitazionale del Polo, con circa 780 kmq di superficie, si estende su circa 30
km di costa e coinvolge gran parte dei Comuni della Provincia con una popolazione
che supera i 300.000 residenti.
L’area è dotata di infrastrutture logistiche di primaria importanza gestite dall’Autorità
di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale (AdSP), come il porto di Augusta che
è il primo porto italiano nel Mediterraneo per traffico energetico. Numerose sono le
concessioni demaniali marittime rilasciate dall’AdSP del Mare Sicilia Orientale ai più
grandi gruppi industriali del settore, i quali esercitano la propria attività avvalendosi
dei pontili e delle aree demaniali marittime retrostanti e che rappresentano circa l’80%
delle attività portuali.
L’evoluzione degli scenari globali, resi più complessi dalla crisi pandemica prodotta
dal coronavirus, dalla guerra in Ucraina con il conseguente embargo che mette a rischio
le attività di ISAB LUKOIL e, in ultimo, con la pesante inchiesta della Magistratura
che ha portato al sequestro del depuratore consortile IAS e dell’impianto della Priolo
Servizi, rischiano di bloccare le attività industriali del siracusano con effetti devastanti
dal punto di vista sociale ed economico per tutto il territorio.
Quello che sembrava un momento favorevole per cogliere l’opportunità ed il riscatto
ambientale che la transizione energetica ed ecologica può rappresentare per il
petrolchimico e l’intero territorio, rischia di trasformarsi in una vera tragedia sociale.
Lo stallo sui potenziali investimenti necessari per la riqualificazione, rigenerazione e
riconversione del Sito, nella direzione di una giusta e graduale transizione, lamenta
l’assenza di Politiche Industriali, di Fondi di finanziamento anche pubblici adeguati, di
uno snellimento delle procedure burocratiche autorizzative.
Il rischio principale deriva dalla stretta interconnessione esistente fra le aziende
presenti nel Polo, tale che, nel caso in cui anche solo una di esse dovesse decidere di
interrompere l’attività produttiva, pesanti ripercussioni graverebbero sull’economia
dell’intero Polo (le raffinerie forniscono materia prima agli impianti chimici, assorbono
gran parte della produzione elettrica e di gas tecnici, generando peraltro la parte più
rilevante del traffico navale dei porti di Augusta e Siracusa). Le iniziative
imprenditoriali, in fase di avvio, all’interno dell’area ZES Sicilia orientale, prossima al
Polo, possono rappresentare un elemento sostanziale della crescita e sviluppo del
territorio. È necessario, però, creare le condizioni per favorire azioni tese alla
trasformazione dell’industria petrolchimica e chimica, con importanti e indispensabili
investimenti sui processi di “decarbonizzazione”; nuovi investimenti e nuove imprese
del settore da fonti rinnovabili possono rappresentare una grande opportunità climate
neutral per il Polo e per il sistema economico regionale. Obiettivo condiviso è l’avviodi un piano di transizione energetica che confermi la vocazione produttiva e industrialedel Polo e garantisca l’impiego dei lavoratori coinvolti.
Le OO.SS. territoriali, condividono una proposta programmatica che si p sintetizzare
in sette focus fondamentali:
Riconversione Industriale
Individuare progetti di riconversione e riqualificazione industriale che promuovano
investimenti privati e pubblici, per le bonifiche, l’efficientamento energetico dei siti,
la riqualificazione delle produzioni, utilizzando le migliori tecnologie disponibili per
abbattere le emissioni e gettare le basi per raggiungere gli obbiettivi della transizione
energetica ed ecologica con l’utilizzo delle nuove tecnologie, delle fonti rinnovabili e
dei nuovi vettori energetici e la realizzazione delle infrastrutture funzionali agli
interventi. Da Siracusa può partire lo sviluppo di un hub energetico di produzione e
distribuzione dell’idrogeno verde che renderebbe la Sicilia la Piattaforma Energetica
del Mediterraneo.
Bonifica e ripristino dei siti inquinati
Occorre riattivare con l’intervento pubblico un “Piano di Risanamento Ambientale e
di riqualificazione delle aree dismesse”, per cogliere tutte le opportunità per attrarre le
nuove filiere produttive e mettere in sinergia le diverse linee di finanziamento,
sfruttando anche le prerogative dell’area SIN (Sito d’Interesse Nazionale) e ZES (Zona
Economica Speciale).
Reti Infrastrutturali materiali e immateriali
Sollecitare un “Piano strategico provinciale” capace di realizzare le infrastrutture
necessarie a rompere la strutturale marginalità siciliana, che sappia conquistare un
nuovo ruolo per il porto di Augusta e preveda il potenziamento dei trasporti, della
logistica e della mobilità locale.

Costruire una rete infrastrutturale strettamente
connessa ed integrata con il sistema industriale, rivedendo gli investimenti di RFI in Sicilia, e un sistema portuale integrato che non si limiti al traffico delle rinfuse liquide
provenienti dagli impianti industriali ma sia coerente con un sistema industriale
moderno e organico allo sviluppo di un’economia circolare.
Distretto metalmeccanico Punta Cugno e Marina di Melilli
Pur ribadendo il ruolo centrale di un’industria socialmente ed ambientalmente
sostenibile, quale settore indispensabile per l’economia del territorio, riteniamo che la
nostra provincia abbia altre potenzialità per intercettare le opportunità offerte dal
PNRR. Per fare questo occorre riportare in mani pubbliche la gestione delle aree di
Punta Cugno e Marina di Melilli, aree che, se adeguatamente bonificate e riqualificate,
possono attrarre progetti e nuovi investimenti.
Legalità e sostenibilità
Occorre, per mantenere alti gli standard di sicurezza e qualità del lavoro costituire una
black list per le aziende che applicano i cosiddetti contratti pirata che producono un
inaccettabile dumping contrattuale che mette in discussione salario e diritti dei
lavoratori. Legalità, sostenibilità, rispetto per l’ambiente, qualità del lavoro, devono
essere principi vincolanti per le aziende e per nuove corrette politiche industriali.
Introdurre, l’obbligo di garanzia della “clausola sociale”, nei bandi di servizio in
appalto delle committenti, per riscrivere le regole di un sistema degli appalti che
produce instabilità e livelli salariali sempre più bassi.
Ricerca, innovazione e formazione
Creare una rete di servizi tra Università, scuola, imprese e territorio per favorire ricerca,
innovazione e formazione continua a imprese e lavoratori. È indispensabile avviare
percorsi formativi di riqualificazione professionale del personale finalizzati ad
accrescere e sviluppare le conoscenze dei processi produttivi in considerazione del
programma di riconversione industriale, creando offerte formative in collaborazione
con il CIAPI, potenziandone la struttura esistente con copartecipazione pubblica e
privata.

Accordo di programma per la Transizione energetica ed ecologica

Attivazione di una cabina di regia all’interno di un tavolo istituzionale permanente ai
massimi livelli di responsabilità che coinvolga istituzioni, imprese, sindacati e comitati
cittadini. Per questo occorre un nuovo condiviso modello di governance che sappia
assumere, attraverso la realizzazione di un Accordo di programma, il governo dei
processi industriali e monitorarne con certezza gli impegni assunti, con la
consapevolezza siano indifferibili iniziative di politica industriale che condividendo
scenari e prospettive, sappiano orientare, sostenere e accompagnare un settore
strategico come quello dell’energia in un avviato percorso di transizione.
CGIL CISL
FILCTEM FEMCA
FIOM FIM
FILT FIT
FILLEA FILCA
FILCAMS FISASCAT
FLAEI

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By Redazione

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