Aeroporto Fontanarossa, Prestigiacomo e Ficara. “Privatizzazione, errore strategico e dannoso per economia siciliana”

Il parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s) ha depositato una interrogazione parlamentare sulla privatizzazione dell’aeroporto Fontanarossa di Catania. “Privarsi della gestione pubblica di un bene fondamentale per l’economia dell’isola e che serve un territorio vastissimo e produttivo che abbraccia oltre tre province, significherebbe concedere l’ennesimo favore ai grandi gruppi privati. Un errore strategico e potenzialmente dannoso per l’intero sistema aeroportuale ed economico siciliano con ricadute che potrebbero essere devastanti, ad esempio, anche per l’aeroporto di Comiso. Qui si vuole privatizzare una infrastruttura pubblica che negli ultimi anni, pur con tutti i suoi limiti, ha prodotto utili nonostante le ridotte capacità di investimento dei soci pubblici come il Comune di Catania (l’unico a non vendere la sua quota del 2,5%) e l’ex Provincia Regionale di Siracusa, entrambe in dissesto. Ricordiamo che il 12,5% di SAC è della ex Provincia Regionale di Siracusa e dopo aver subito lo smacco della rappresentanza nel C.d.A, adesso la vendita della quota azionaria da parte della CamCom del Sud-est, e quindi la perdita del controllo pubblico, sarebbe un altro duro colpo. Fontanarossa è arrivata ai livelli in cui è grazie ai soldi dei contribuenti, mentre ora si pensa di servire la tovaglia apparecchiata ai privati che nulla hanno messo per questi risultati. Se proprio si deve vendere, per ragioni di cassa e di maggiori investimenti, si vendano le quote di minoranza e si assicuri ancora il controllo pubblico sulla gestione dell’aeroporto di Catania”. Così ancora Paolo Ficara (M5s), componente della Commissione Trasporti della Camera.

Nella sua analisi, Ficara segnala comunque come anomalia tutta siciliana la presenza di sei diverse società per gestire altrettanti scali: i due principali Catania e Palermo, gli aeroporti minori di Comiso e Trapani e poi quelli di Lampedusa e Pantelleria. “Una o due società sarebbero più che sufficienti per una gestione di indirizzo pubblica. A quel punto, e con la forza dei numeri dalla propria, si potrebbe focalizzare quella che è la reale necessità degli aeroporti, del turismo e dell’economia siciliana: una rete di collegamenti e mezzi di trasporto che oggi purtroppo non esiste. Anche e soprattutto tra le stesse aerostazioni. E questo perché la Regione ha sin qui disatteso il suo ruolo guida nello sviluppo strategico del settore. Sono mesi che il gruppo M5S all’ARS chiede al Presidente Musumeci una seria discussione in Assemblea. Ma come su tanti altri temi, solo silenzio”, conclude Ficara.La vicenda della privatizzazione dell’aeroporto di Catania sta assumendo giorno dopo giorno toni e caratteristiche sempre più opachi e preoccupanti.
Sulla vicenda interviene anche la parlamentare di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo: “Anche la Regione, nonostante le stentoree dichiarazioni di alcuni esponenti del suo governo, ha dato con il suo rappresentante il via libera all’operazione di svendita del “gioiello di famiglia” siciliano: lo scalo etneo.
Tutta la vicenda, che ha radici nell’era Crocetta e aleggia sugli scandali che hanno travagliato la Regione in quegli anni, appare economicamente e politicamente priva di senso, se l’obiettivo, s’intende, è la tutela e la valorizzazione di un bene pubblico. La SAC, società pubblica, con capitale a maggioranza della SuperCamera di Commercio della Sicilia sud orientale gestita dal presidente Pietro Agen, vero deus ex machina della privatizzazione, è una società in attivo, che produce utili, che non si comprende per quale ragione vada svenduta al privato. Perché gli utili escano dal perimetro pubblico e finiscano in tasca ad un imprenditore privato? Non ce l’ho con gli imprenditori privati, sia chiaro, ma in questa operazione non c’è chiarezza. Non ci sono i fondi per la nuova pista? E le banche a che servono? Finanziano le imprese in attivo? La SAC non ha amplissime garanzie “reali” da poter offrire? Perché offrire ad un privato la chance di fare ciò che il pubblico potrebbe attuare senza problemi, svendendo di fatto uno dei maggiori aeroporti italiani?
Ma se il disegno “finanziario” di Agen è palese, ancorché ambiguo nelle ragioni e motivazioni, assolutamente inspiegabile e la distanza sciroccosa della Regione da una vicenda chiave per lo sviluppo del trasporto isolano.
Perché la Regione non ha bloccato politicamente Agen? Perche non ha voluto vederci chiaro? Se la Regione intende continuare su questa strada dissennata, se intende continuare a sponsorizzare e condividere i progetti di Agen, proceda, ma non nel nome di Forza Italia e sappia che la battaglia per restituire dignità e trasparenza nelle scelte che riguardano il patrimonio pubblico non finisce.

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