Indagini sulla Sanità siracusana: il Procuratore Gambino apre un fascicolo d’inchiesta

 

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La forte e decisa denuncia del personale sanitario, dei parlamentari Paolo Ficara e Filippo Scerra, del deputato Stefano Zito del Movimento 5 Stelle, dei sindacati dei lavoratori siracusani e direttamente dai cittadini attraverso i Social, ha fatto esplodere il “Caso Sanità” a Siracusa, con una fascicolo d’inchiesta coordinato direttamente dal procuratore capo della Procura di Siracusa, Sabrina Gambino.

Anche i componenti del Covid-Team arrivati nel primo pomeriggio di ieri nel palazzo dell’Asp di Siracusa, nominati dall’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, dopo il vertice in prefettura, secondo le poche indiscrezioni trapelate avrebbero trovato una situazione non del tutto consona al delicato momento di crisi della Sanità siracusana.

Il picco delle lagnanze tra gli addetti ai lavori e dei cittadini inizia con un video postato nei giorni scorsi sui Social da un operatore sanitario che con dovizia di particolari, un linguaggio deciso, tecnico, chiaro e forte ha denunciato una serie di carenze al pronto soccorso dell’ospedale Umberto primo di Siracusa; video-denuncia che ha fatto scattare la molla della Giustizia. La Procura ha aperto subito un inchiesta per la quale il procuratore capo, Sabrina Gambino, ha già delegato la sezione di polizia giudiziaria che avrà il compito di svolgere tutte le indagini relative a questo caso, che ha destato clamore nell’opinione pubblica per la gravità, la forza e il turbamento con cui l’autore del videomessaggio ha raccontato i fatti fin troppo chiari.

Per il momento il fascicolo d’indagine è titolato contro ignoti per consentire all’ufficio del pubblico ministero di svolgere una serie di indagini a largo raggio. L’operatore sanitario, autore del videomessaggio, è stato convocato al palazzo di giustizia ieri mattina e interrogato nella qualità di persona informata dei fatti. Nel corso delle indagini a partire da oggi saranno sentiti i dirigenti dell’Asp e quelli dell’ospedale Umberto I°, oltre al primario del pronto soccorso e gli altri medici contagiati e il personale della Medicina d’urgenza, ma essendo al momento buona parte in isolamento a causa del contagio da coronavirus, saranno ascoltati nella massima sicurezza. Dall’esito di tali indagini sarà possibile individuare gli eventuali responsabili dei fatti rilevati nel video acquisito agli atti e tramutare da ignoti a persone note, con i nomi e i cognomi, gli eventuali responsabili nell’intestazione del fascicolo d’inchiesta

Gli avvenimenti di questa triste storia sono ormai chiose e riguardano il focolaio di contagio esploso nei giorni scorsi al pronto soccorso nel quale sono incappati tre medici mentre altri 5 infermieri sono stati sottoposti al tampone per escludere ogni complicazione. Nel video messaggio, che ha girato sulla rete Internet a più non posso, l’autore celato da mascherina (nella foto sopra) visiera e tuta anti contagio, si è fatto riprendere all’interno di quella che appariva come una delle tende pre-triage allestite nell’area adiacente al pronto soccorso dell’Umberto I di Siracusa. Tra le tante altre cose, ha detto: “Purtroppo è arrivato il momento che ci stiamo infettando. Ci hanno obbligato a lavorare senza camici, senza mascherine e senza guanti. Siamo devastati a turno da febbre e tosse. Ci stiamo ammalando tutti. Stanno giocando con le nostre vite e di quella dei nostri familiari. Non siamo eroi ma carne da macello”. Per questo video messaggio la direzione aziendale dell’Asp ha espresso indignazione “per le falsità che sono state affermate in uno scomposto e volgare video”, bollando il protagonista come “fantomatico operatore sanitario che non risulterebbe dipendente dell’azienda”, e come fake-new le notizie che dava che “creano allarme nella popolazione e meritano di essere perseguiti in ogni sede”.

Ora saranno inquirenti e investigatori della Procura a chiarire ogni cosa: il vero dal falso, il giusto dall’ingiusto, la verità dalla menzogna nella nostra falsa e cortese moderna società “iperconnessa”.

Comunque finirà questa ennesima sconveniente storia siracusana, sarà ancora una volta tutto il popolo del territorio siracusano a pagare un conto salatissimo; e questo succede mentre deve lottare contro l’inquinamento selvaggio che da 70anni miete vittime innocenti nel silenzio generale tra connubi, traccheggi e il coinvolgimento di pezzi avariati delle istituzioni.

Concetto Alota

RIPRODUZIONE RISERVATA – WLTV  E SIRACUSA LIVE.

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