Catania si prepara a ospitare il 26 dicembre un evento unico nel suo genere: Tony Pitony, artista concettuale siciliano, sarà protagonista di una performance che promette di rompere schemi e convenzioni. L’ironia, l’irriverenza e la sperimentazione sono i tratti distintivi di un artista che mescola musica, teatro e performance, costruendo un linguaggio che sfugge a qualsiasi definizione di genere.
Tony Pitony nasce in una città sconosciuta della Sicilia e fin da subito dimostra una propensione a sovvertire le regole. La sua arte fonde sonorità elettroniche, sensibilità visionaria degli anni ’60, estetiche fetish e provocazioni anti-proibizioniste. Ogni sua opera è un atto di liberazione, una sfida ai preconcetti su sessualità, identità di genere e narrazione storica. Sul palco, Tony non interpreta un ruolo precostituito: smonta i cliché, gioca con i difetti e trasforma il disagio quotidiano in arte, in un continuo dialogo con il pubblico che elimina ogni distanza tra artista e spettatore.
Prima di diventare l’artista che oggi conosciamo, Tony ha calcato i palcoscenici del West End londinese, dove ha appreso il valore dell’autenticità in un mondo dominato dalla serialità e dall’omologazione. Da questa esperienza nasce la sua convinzione che corpo, voce e visione non debbano adattarsi a schemi predefiniti, ma nascere da un percorso personale e sincero.
La performance di Tony Pitony al Teatro Metropolitan di Catania non sarà dunque un semplice concerto: sarà un incontro, uno spazio di partecipazione autentica, dove l’arte smette di essere idolatria e diventa esperienza condivisa. L’evento è organizzato da GoMad Concerti, Puntoeacapo Concerti e P17TONY, e i biglietti sono già disponibili su Ciaotickets, Ticketone e Boxoffice.
Con il suo stile imprevedibile e provocatorio, Tony Pitony si conferma come un artista capace di parlare a una generazione che cerca autenticità, libertà e contaminazione tra generi, abbattendo le barriere tra palco e platea e trasformando ogni performance in un atto di pura resistenza culturale.
