Draghi al senato – ‘Cessate il fuoco e negoziati Kiev deciderà quale pace’

La guerra è giunta all’85 giorno: la speranza di conquistare vaste aree del paese in tempi brevi da parte dei russi s’è scontrata con la resistenza del popolo ucraino“, ha detto il premier Mario Draghi in apertura della sua informativa al Senato sulla guerra in Ucraina.

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ALTRE 1000 UNITA’ NEL CONTINGENTE NATO – “La Nato ha intensificato le azioni sul fianco orientale e il contributo italiano è pari a 2500 unità e nel medio periodo siamo pronti a rafforzare in Ungheria e Bulgaria il nostro impegno con rispettivamente 250 e 750 unità in linea con l’azione dei nostri alleati e valutiamo il sostegno alla Romania per lo sminamento marittimo del Mar Nero e anche alla Slovacchia nella difesa antiaerea”, dice Draghi.

LA PACE E LE RELAZIONI DIPLOMATICHE – “Per impedire che la crisi umanitaria si aggravi dobbiamo raggiungere prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire i negoziati: è la posizione dell’Italia, dell’Ue e che ho condiviso con Biden”, afferma il premier.

“L’Italia si muoverà con i partner europei e gli alleati per ogni possibilità di mediazione, ma sarà l’Ucraina e non altri decidere quale pace accettare, una pace senza Ucraina non sarebbe accettabile”, afferma Draghi.

“Serve la razionalizzazione della spesa militare in Ue – prosegue – la cui distribuzione è inefficiente: serve una coordinamento degli investimenti in sicurezza.

Come detto da Mattarella, nel lungo termine servirà uno sforzo creativo su un modello di conferenza di Helsinki“.

Negli “incontri” avuti negli Usa “ho riscontrato un apprezzamento universale per la solidità della posizione italiana.

Questa posizone ci permette di essere in prima linea senza ambiguità nella ricerca della pace”. I contatti tra “il capo del Pentagono e il minstro della difesa rappresenta un segnale incoraggiante dall’inizio della guerra”.

Draghi annuncia il vertice Italia-Turchia per i primi giorni di luglio ad Ankara.

IL TEMA ENERGETICO – “Le stime del governo indicano che potremmo renderci indipendenti dal gas russo nel secondo semestre del 2024: i primi effetti di questo processo si vedranno già alla fine di quest’anno. Durante la mia visita a Washington ho condiviso con il presidente Biden la strategia energetica italiana e siamo d’accordo sull’importanza di preservare gli impegni sul clima che l’Italia intende mantenere”, dice Draghi. Per “diversificare i nostri fornitori ci siamo mossi rapidamente” con “l’obiettivo di incrementare le fornuiture di gas naturale di cui abbiamo bisogno come combustibile di transizione”, ma anche per “aumentare la produzione di rinnovabili”. C’è la “massima determinazione per “eliminare i limiti burocratici” alle rinnovabili, per “distruggere le barriere agli investimenti”, ha detto Draghi.

L’ESPULSIONE DEI DIPLOMATICI ITALIANI – Draghi ha parlato anche dell’espulsione dei 24 diplomatici italiani dalla Russia: un “atto ostile che ricalca decisioni simili prese verso altri Paesi europei e risponde a espulsioni di diplomatici da parte italiana. E’ essenziale mantenere canali di dialogo con la Federazione russa e solo da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale”.

I CRIMINI DI GUERRA – “Il costo dell’invasione russa in termini di vite umane è terribile. La scorsa settimana sono state ritrovate fosse comuni” anche a “Kiev”. “L’Italia ha offerto sostegno per indagare sui crimini di guerra”, ha detto Draghi.

LA CRISI ALIMENTARE – Il rischio della guerra è anche una “crisi alimentare”, ha sottolineato il premier. “L’indice dei prezzi dei prodotti alimentari è salito e ha toccato a marzo massimi storici”. Si rischiano “effetti disastrosi in particolare per alcuni paesi di Africa e Medio Oriente dove aumenta rischio crisi alimentari”.

 

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