Pippo Gianni candidato a sindaco di Priolo: “Territorio abbandonato e i tanti fattori che limitano la nostra esistenza civile”

Pippo Gianni deciso e grintoso più che mai. Candidato a sindaco alle prossime elezioni amministrative nel Comune di Priolo con la lista “Siamo Priolo”, in una conferenza stampa, il “grinta” della politica siracusana per tanti anni, annuncia di presentarsi non a capo di un partito, ma da uomo svincolato, libero; in una sala gremita di sostenitori e amici, ha tuonato un ritorno a far politica dopo che in questi anni di riposo sono stati in tanti che mi hanno sollecitato fortemente di scendere ancora una volta in campo; ed è quello che oggi annuncio di voler fare, deciso come sempre, con la variante che questa volta l’animo è fortemente risoluto, più che mai, per mettere da parte l’ambizione politica e lasciare spazio all’amore per il mio territorio. Ha parlato dello scempio nel vedere le strutture pubbliche abbandonate, così come quelli di carattere sportivo che sono fantasma, compreso il comparto della Sanità pubblica, o la cultura, così come il territorio completamente abbandonato; è ritornato più volte sulla questione a lui cara del dramma dell’amianto, che ha visto Pippo Gianni da sempre in prima linea. Ha puntato più volte il dito durante la conferenza sul paradosso di Priolo: troppi tumori e malattie di genere che sono in forte aumento, insieme alla disoccupazione che ormai è fuori controllo. Priolo, insieme a tutto il territorio industriale siracusano, deve essere ripreso e riportato ai vecchi splendori, quando Priolo era uno dei comuni più ricchi e operosi del Mediterraneo.

La nostra intervista

La sua disquisizione chiara e lucida ha continuato anche fuori della sala dopo la conferenza stampa. Gianni incalza: il territorio della zona industriale siracusana è uno sfacelo, ha detto in maniera chiara, come nel suo solito parlare. Scorgiamo degrado in ogni ambito – ha detto ancora – nella politica dei comuni è sempre più inerme l’azione necessaria di fronte alla gravità dei problemi, così come la società civile è sempre più insicura e minacciata dai poteri forti in tanti modi, ecco perché l’economia è in crisi. Vediamo il degrado nei comuni e nell’intero territorio del petrolchimico, lo sentiamo, lo assaporiamo, lo annusiamo, lo percepiamo dappertutto, ma non ci ribelliamo come dovuto.


Ogni giorno – dice ancora Gianni – ci sono innumerevoli fattori che limitano la nostra esistenza della vita civile. I gravi problemi su cui è focalizzata la nostra attenzione sono solo una parte dei problemi esistenti. Chi è impegnato a governare anche un piccolo comune, si deve occupare di selezionare i tanti problemi, etici, economici, sociali, ecologici, salutistici, e così via. Ho visto – dice ancora Gianni – che la maggioranza delle persone prova davanti a questa montagna di problemi un senso di disorientamento e d’impotenza e si aspettano le soluzioni dalla politica. Ma l’intero panorama politico è caratterizzato dall’incapacità di gestire la complessità delle problematiche ma tutti gli schieramenti e partiti sono accomunati dalla mancanza d’idee pratiche per risolverle rapidamente. Nessuno ha la più pallida idea di come rendere efficace la cosa pubblica, perché, tutti indistintamente, non riescono a comprendere che la causa delle disfunzioni è insita nel sistema malato, contorto. Infatti – conclude Gianni – vediamo che ci sono uomini che vogliono proporre la soluzione sensata per un determinato problema, sulle scelte da fare per il male minore, ma in molti si mettono di traverso, per collocare ad arte le necessarie e sinistre calunnie.

Concetto Alota

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