Come tutta l’opinione pubblica, ho appreso di questa interrogazione che l’On. Piccolotti presenterà al Ministro per l’Istruzione, riguardante il contributo obbligatorio che l’Istituto Einaudi richiede alle famiglie delle studentesse e studenti, quale finanziamento per alcune attività.
E’ evidente che l’interrogazione che si appresterà a presentare l’On. Piccolotti, non solo è puntuale ma fa emergere una pratica intollerabile per una scuola pubblica che deve quindi garantire il diritto allo studio e l’accesso a tutti gli strumenti scolastici curriculari, universalmente e gratuitamente. Ciò che può fare una scuola è quello di ampliare l’offerta extracurriculare, proponendo (non obbligando) un contributo economico alle studentesse, studenti e alle loro famiglie, allorquando non intervengano progetti finanziati dalla finanza pubblica, sia essa provinciale, regionale, statale o tramite fondi UE.
Preso atto che in tempi come quelli che viviamo attualmente, con l’inflazione galoppante, con alti tassi di povertà e con lavori sempre meno sicuri, sarebbe meschino garantire il servizio di registro elettronico solamente alle famiglie che se lo possono permettere, alimentando e acuendo la forbice delle disuguaglianze tra chi ha meno e chi invece ha di più.
Probabilmente la Dirigente Celesti è convinta di gestire una impresa privata, anziché una scuola, dove i servizi vengono garantiti solo al pagamento di una quota da sottoscrivere a tutti i fruitori. Ma se è vero, come è vero, che il governo destina pochi fondi alla scuola, penalizzando quindi un diritto universale e fondamentale come l’istruzione pubblica, voglio ricordare che è il sistema scolastico italiano che garantisce ( o dovrebbe garantire) la formazione e l’istruzione curriculari delle studentesse e studenti, in maniera gratuita. Spetta allora ai governi regionali e nazionali aumentare le risorse destinate alla scuola, non se ne devono fare carico le famiglie.
Invito quindi la dirigente e tutto il consiglio di istituto a ritornare sui loro passi, modificando la decisione e garantendo tutte quelle conquiste che, nella storia della nostra Repubblica, le studentesse e studenti hanno conquistato.