Brigata Ebraica – Qualcosa non quadra

Oggi è il 25 aprile e questa festa ancora una volta viene politicizzata, dimenticata, talvolta calpestata.

Roma – Piramide/Porta San Paolo. Alle 8.30, coloro che andranno a manifestare per ricordare il sacrifico e l’impegno della Brigata Ebraica, si radunano davanti al Cimitero di Guerra del Commonwealth, situato accanto a quello acattolico dove sono sepolti John Keats, Percy Bysshe Shelley, Antonio Gramsci, Carlo Emilio Gadda, Emilio Lussu, Dario Bellezza, Andrea Camilleri, Lindsay Kemp ed altri.

La Brigata Ebraica veniva prima chiamata Brigata Palestinese, perché l’esercito britannico la formò nel Protettorato Palestinese, governato dagli inglesi dopo la caduta dell’Impero Ottomano nella Grande Guerra. Una brigata che contribuì a salvare l’Italia, percorrendola partendo da sud, destinazione Berlino. Una memoria derisa, offesa ad ogni 25 aprile.

Sono presenti le cariche della Comunità Ebraica di Roma, rappresentanti dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ebrei e non, cittadini romani felici di festeggiare la fine dell’oppressione nazifascista e la riconquista della Libertà.

E’ presente anche il ministro dello Sviluppo Economico Adolfo Urso, che sottolinea che “Questa è la festa in cui tutti gli italiani hanno ritrovato la libertà: quindi è la festa di tutti coloro che si riconoscono nei valori della Costituzione italiana. Una festa che dovrebbe unire e non dividere”. A lui si affiancano sui media spiegazioni, scuse, motivazioni varie di vari rappresentanti la destra al potere attualmente in Italia, iniziando dalla Presidente Meloni che in una lettera al Corriere della Sera scrive che «Il 25 aprile sia la festa della libertà: i valori democratici ora difendiamoli in Ucraina. Fascismo, noi incompatibili con qualsiasi nostalgia». Anche la seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato Ignazio La Russa, ha dichiarato “Oggi 25 aprile, per l’Italia è un giorno molto importante: è il giorno nel quale viene ricordata la Liberazione dall’occupazione nazista nella Seconda Guerra Mondiale e la sconfitta del fascismo”.

Sono nato in una famiglia fortemente antifascista e con 41 parenti diretti assassinati dai nazifascisti, una madre partigiana ed un babbo che a soli 11 anni si adoperò per prelevare la dinamite che coppie di soldati tedeschi infilarono ogni 100 metri, nelle buche scavate sotto alle rotaie della ferrovia di Montecatini Terme. Non posso per tutto questo, che augurarmi che nelle prese di posizione dei rappresentanti la destra al potere, le ombre seguano i loro corpi, ossia che non si esprimano solo per far tacere le opposizioni, ma siano effettivamente consci della rinuncia al passato fascista dei loro partiti. Spesso si è trattato di un passato non troppo passato.

Chi il 25 aprile sfila al fianco della Brigata Ebraica, specialmente a Roma e a Milano, vien spesso insultato, deriso, attaccato anche fisicamente. Chi offende è soprattutto antistorico, ancorato agli estremismi di un’antica sinistra che vede in Israele il nemico da poter colpire, perché rappresenta gli USA; perché crede in uno stato opprimente il popolo palestinese, senza rendersi conto della realtà storica, sociale, politica, semplicemente perché non conosce, non vuole conoscere, preferisce vivere disinformato, ignorante. E essere antiisraeliani significa essere antiebraici e perciò nel giorno della Liberazione italiana dai nazifascisti, significa esibire bandiere di uno Stato che ancora non c’è, con l’intento di esaltarlo bruciando quello con una stella a sei punte ed insultando tutti coloro che sfilano per una Brigata che liberò l’Italia.

Stamane dietro al palco dell’ANPI vicino alla Piramide, chi ha sfilato per questa parte dell’esercito alleato, ha dovuto arrivare presto e finire poco dopo, quasi si dovesse commemorare una pubblicità televisiva degli anni ottanta che parlava di pulizie igieniche. Fare in fretta per non lasciare traccia alcuna, per non essere intervistati, per non apparire.

Due sono le motivazioni apparse credibili: la prima che vi erano troppi elementi della destra politica e che l’arrivo di partiti della sinistra avrebbe potuto inscenare dei malcontenti; la seconda che la possibile presenza di facinorosi “propal” fra i partiti autorizzati a manifestare, avrebbe turbato l’ordine pubblico. Insomma, nel totale delle supposizioni, chi ha voluto ricordare la Brigata Ebraica ha dovuto interrompere la propria Festa della Libertà, perché la politica antisemita era più legittimata a priori a parteciparvi. Nel succo della discussione è questo il motivo. Chi è al fianco della storia del paese deve cedere nei confronti di chi non ha assolutamente nulla a che vedere con il 25 aprile.

Sono antifascista, lotto per la democrazia, il mio primo direttore di giornale si chiamava Matteotti e son cresciuto col prof. Aldo Garosci. Non riesco a dire grazie ad alcuna destra politica, ma certo la sinistra non mi aiuta. Degli estremismi non parlo neanche. Il valore della libertà deve essere rammentato a molti della mia età ed insegnato alle nuove generazioni. Per loro è normale, un optional di serie per il quale non si sono mai posti la domanda di come sia stata ottenuta.

Oggi, la mia libertà a Porta San Paolo è stata interrotta.

Alan Davìd Baumann

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