“Inclassificabile” di Gianni Pezzani

Sono esattamente settanta giorni che studio la verza. Una verdura speciale, che supera il freddo invernale con le sue foglie grinzose e increspate mostrandoci varie sfumature di verde” si legge sulla copertina del libro “Inclassificabile” di Gianni Pezzani (classe 1951), fotografo di moda noto per la sua ricerca artistica personale dai viraggi degli anni Settanta alle ultime sperimentazioni informali.
Il volume sarà presentato sabato 15 aprile alle ore 11.30 presso lo spazio di Nuova Editrice Berti (p.le San Lorenzo 3c/d a Parma) unitamente alla mostra di 6 fotografie “Mouches à lire” (tra l’altro presentata durante “Mia Photo Fair” del 2016) durante un incontro conversazione sul narrare fotografico e no, dove interverranno anche il curatore Andrea Tinterri e il giornalista Antonio Mascolo.
“Inclassificabile” è il titolo del libro ed è tratto da uno dei miei racconti. Mi reputo una persona inclassificabile nel panorama della letteratura e dell’arte, non mi lascio condizionare dagli schemi, mi sento completamente libero. Anche gli altri racconti rispecchiano questo, e do libero sfogo ai ricordi della mia infanzia passata con persone importanti della mia famiglia, la nonna, la mamma, il babbo, gli amici del babbo, che avevano un grande senso della libertà individuale. La mia infanzia a Parma, i miei studi di agraria a Firenze, l’inizio della mia carriera di fotografo a Milano e poi in giro per il mondo, soprattutto in Giappone e Indonesia” mi racconta Gianni Pezzani. “Mouches à lire” sono tratte da una serie di fotografie realizzate in diversi anni di lavoro dove le mosche sembrano leggere le parole delle frasi dei vari libri degli autori che io ho amato tanto, come un gioco per me!” conclude.
La fotografia, quali sfide deve affrontare con la facilità di sofisticazione e della diffusione virale incontrollata? La fotografia è sempre stata usata da me per la narrazione, e nella mia professione anche se erano foto commerciali. Lo spirito narrativo identificava il mio lavoro. Anche se fotografavo un paio di scarpe o una camicia cercavo sempre di dare l’intento di raccontare. Oggi la fotografia è tutto un altro mondo e modo di intendere, dove puoi costruire immagini molto più facilmente, con mezzi sofisticatissimi, ma sta uniformando il modo di vedere perché i mezzi tecnici ti danno già delle indicazioni rigide e precise, preimpostate.
“Forse la verza” è uno dei racconti che compongono il volume “Inclassificabile”, edito da Nuova Editrice Berti (12x24cm 160pp,18euro,2023) ed è stato pubblicato sul n.2 di “Quattro”, foglio letterario che esce quattro volte l’anno.
Masha Sirago

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