Inquinamento industriale, gli ambientalisti allargano il tiro

L’Arpa e l’Asp hanno reso noti, nei loro report, i preoccupanti risultati delle rilevazioni sulla qualità dell’aria nel 2018, che registrano il superamento dei livelli di arsenico a Priolo e, per la prima volta, anche a Siracusa e i dati sull’aggiornamento del Registro Tumori. La dimostrazione che, a scapito del silenzio che negli ultimi anni è calato sul tema, l’inquinamento proveniente dall’area industriale continua a raggiungere livelli allarmanti per la salute dei cittadini e e per il territorio.

Per tale motivo, dopo il successo della petizione presentata su Change.org sull’inquinamento industriale nel quadrilatero Siracusa-Priolo-Melilli-Augusta (leggi qui), avendo riscontrato che la gran parte dei firmatari era siciliana, le associazioni Legambiente, Ente Fauna Siciliana, Italia Nostra hanno deciso di allargare il sondaggio. 

“In particolare – è scritto in un documento, sottoscritto anche dall’architetto Giuseppe Patti, diffuso alla stampa – abbiamo scelto i firmatari originari della provincia di Siracusa, ponendo nove domande che riguardano le responsabilità dell’inquinamento, le mancanze, le prospettive e gli auspici, ma anche il ruolo della politica e dei soggetti attivi sul territorio. Le risposte mostrano una tendenza ben precisa, vale a dire l’esigenza di cambiare e di restituire alla popolazione un’area che sia decontaminata e priva di impatti su ambiente, salute e territorio. Ma soprattutto, è emersa una chiara opinione su chi ha sbagliato e su chi deve rimediare a 60 anni di veleni e devastazione nonché sulla necessità di coinvolgere i cittadini nelle scelte che riguardano la loro salute e il loro futuro. Il ricatto occupazionale, quello espresso dalla affermazione “meglio morire di fumo che di fame” dimostra di non attecchire più”. 

Un quadro molto chiaro, una indicazione precisa sul percorso da compiere, sulle prospettive e sul livello di stanchezza e rabbia di chi non vuol più vedere morti, malformazioni e tragedie umane e ambientali in nome del profitto. 

Le associazioni ambientaliste intendono partire da questo sondaggio che raccoglie le voci e le volontà dei cittadini per sollecitare la ripresa di un dibattito sul presente e sul futuro della zona industriale, obbligando la politica, sia locale che nazionale, ad interrompere il silenzio e l’inerzia e ad ascoltare finalmente la voce che viene dalle popolazioni della zona.

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By wltv

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