La crisi della chimica in Europa e i possibili risvolti

a cura di Concetto Alota

La chimica organica di base italiana, così come in tanti altri Paesi produttori, fronteggia le sfide e l’incertezza di uno scenario macroeconomico in continua evoluzione. L’analisi dei principali prodotti legati alla chimica organica di base, come etilene, propilene e butadiene, permette di indicare quale può essere la scena positiva per le industrie del settore. Gli alti prezzi dell’energia da alcuni anni hanno messo in pesante crisi l’industria petrolchimica europea, con un rischio e una perdita strutturale di competitività rispetto ad Asia e Stati Uniti. E questo succede mentre la domanda nel Continente resta elevata e il settore rimane la chiave per la transizione energetica. Occorre comprendere quale futuro per gli stabilimenti in cui ci lavorano migliaia di addetti con specifiche capacità tecniche.

Tra gli industriali del settore si è creata una certa inquietudine. Infatti, la produzione industriale dei primi otto mesi del 2023 è in calo di circa il 9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per l’anno in corso si prevedono rimbalzi solo dell’1%. Il futuro per la chimica risulta in arretramento, con pochi segnali di ripresa, e in molti settori rimarrà contenuta.

Di fatto, l’industria petrolchimica europea appare morente. Al contrario, il continente continua ad essere un vorace consumatore di resine, schiume, vernici e ogni altro prodotto del settore. Solo che, anziché produrli, si importano. E questo a causa di una progressiva perdita di competitività.

In questo stato di cose, i vertici dell’industria chimica vedono nel 2024 una crisi che appare inevitabile, con la possibile chiusure di impianti e delocalizzazioni, soprattutto in Asia, dove negli ultimi anni l’investimento diretto in Europa nel settore è aumentato di circa il 50%. I tedeschi di Basf, stanno realizzando un impianto in Cina del valore di miliardi di dollari. Da fonti industriali, si vocifera la necessità di un accrescimento per un raggruppamento settoriale, per creare sinergie di spesa per far ripartire il mercato.

 

 

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