La vicenda giudiziaria che ha coinvolto l’Ias di Priolo con due filoni d’indagine della Procura aretusea, attraversa un momento di difficoltà. Ma per una serie di cattive notizie, una buona è arrivata. Infatti, la società che gestisce il depuratore biologico consortile di Priolo ha ottenuto dalla Procura di Siracusa un mese di proroga. Slitta, quindi, al 20 aprile il termine ultimo per aderire alle prescrizioni imposte dal provvedimento del sequestro degli impianti da cui provengono le missioni, che provocando la dispersione nell’aria di quantità di sostanze inquinanti connotate da odore molesto.
La scadenza del termine era fissata per il 23 marzo, ma la società che gestisce il depuratore biologico di Priolo non è riuscita a rispettarlo a causa della complessità della composizione societaria e dei capricci della Regione Siciliana. I legali dell’Ias hanno depositato ieri mattina istanza di proroga che la Procura ha accolto, fissando la nuova data per la presentazione della fidejussione a fronte dell’investimento necessario alla progettazione di uno o più sistemi per la captazione e l’abbattimento degli odori prodotti dall’impianto, o tramite adeguamento dell’impianto di deodorizzazione costruito e mai entrato in funzione, o tramite progettazione e realizzazione di altro impianto idoneo ed efficace allo scopo.
Le accuse della magistratura inquirente portarono al decreto di sequestro del Gip Luisa Intini con le motivazioni, tra le altre cose: “ciò che emerge è un preoccupante divario tra le prescrizioni imposte dai documenti autorizzativi e le effettive condizioni di concreto esercizio degli impianti, risultati vetusti, privi di fondamentali accorgimenti per l’abbattimento delle emissioni diffuse nonché privi del previsto sistema di monitoraggio in continuo delle cosiddette emissioni convogliate”. Gli inquirenti non fanno ricorso ad eufemismi e parlano di “uno spaventoso ritardo nell’adozione dei provvedimenti Aia, gestendo le attività in assenza di prescrizioni autorizzative aggiornate alle direttive europee sino all’anno 2012” e poi che “hanno in seguito conseguito decreti Aia che non hanno fatto propri i limiti emissivi individuati dalle Migliori tecniche disponibili” e, comunque, “non hanno rispettato, se non parzialmente, le pur minimali prescrizioni per l’esercizio dell’impianto che erano state imposte”.
Intanto, sul fronte dei rapporti tra l’Ias e la Regione, si registra la volontà dei vertici dell’Ias di partecipare alla gara per l’appalto della gestione dell’impianto del depuratore di proprietà dell’ex Consorzio Asi di Siracusa, che ha delegato l’Irsap della pubblicazione della gara europea, anche se non sono mancati polemiche e annunci di esposti e ricorsi atti all’annullamento del bando di gara. Ma anche in questo caso per il tempo perduto, occorrerà all’Ias una proroga anche per la gara in corso.
Concetto Alota