Si è tenuto in mattinata il sit in organizzato dall’Osservatorio Nazionale Amianto Siracusa, davanti la Portineria dello stabilimento di Priolo in contrada Vallone del Feudo. Si tratta della prima fase della mobilitazione generale delle vittime dell’amianto. Vedove, orfani, lavoratori malati di patologie asbesto correlate e tutti gli ex dipendenti delle Industrie Meccaniche Siciliane, Iniziativa Sicilia, Siteco si sono riuniti in un sit-in con l’obiettivo di sensibilizzare le istituzioni regionali e locali, nonché i cittadini, sulla problematica della presenza di amianto nell’impianto industriale e per rilanciare l’attenzione su un territorio che è posto nell’ombra dell’indifferenza delle autorità amministrative.
Da anni si effettua un sversamento in mare di oleodotti (circa 300 mila litri di olio combustibile) nella rada di Augusta: grazie al sollecito di numerose associazioni ambientaliste e dell’Osservatorio Nazionale Amianto, la Procura di Siracusa ha aperto un fascicolo d’inchiesta: l’Ona preannuncia la costituzione di parte civile non appena ci sarà l’inizio del procedimento penale.
Il coordinatore regionale dell’ONA, Calogero Vicario, ha denunciato il danno all’ambiente e alla salute dei cittadini a causa di continui sversamenti e della presenza di amianto nella zona “Priolo Gargallo/Augusta-Ragusa-Gela”, dove si sono registrate alte percentuali di mortalità.
“L’amianto è la principale causa di mesotelioma e i lavoratori del sito industriale, nonché i loro familiari e tutti i cittadini, sono stati esposti per anni alle fibre killer e molti sono divenuti vittime di
patologie asbesto correlate. La ragione di questa dimostrazione pubblica è la richiesta di applicazione del rifinanziamento della cosiddetta ‘Legge Gianni’del 2014 sui rischi derivanti dall’amianto, per consentire anche il rilancio delle attività produttive nei siti contaminati d’amianto”, ha affermato Calogero Vicario.