Morte di Eligia, la difesa: “scarcerate Christian”

Quello di Eligia non è un femminicidio”. Queste parole riecheggiano nell’aula della Corte d’Assise. Ieri vi è stata la penultima udienza del processo a carico di Christian Leonardi, l’ex guardia giurata accusata di avere provocato la morte della moglie, Eligia Ardita e della figlioletta Giulia che portava in grembo. E’ stata svolta l’arringa decisiva l’Avv. Felicia Mancini e l’Avv. Vera Benini, in difesa dell’imputato, che ha preferito non essere presente. Ovviamente è un arringa di chi sa che il proprio assistito rischia un condanna all’ergastolo e che quindi punta a demolire il “castello” accusatorio del Procuratore Fabio Scavone.

L’Avv. Mancini ha esordito: “La legge è superiore alle emozioni di piazza e alla giustizia sommaria”; puntanto la loro difesa sul processo mediatico che è stato più influente di quello in aula e che secondo loro, non ci sarebbe “nulla di provato in quelle accuse.”

Ricordando che Leonardi deve rispondere dei reati di omicidio volontario pluriaggravato e di avere provocato la morte del feto, l’avv. Mancini ha sottolineato come ci debba essere “una completa correlazione tra i capi d’imputazione e la sentenza. E a nostro giudizio non è stata raggiunta la prova che Christian Leonardi abbia ucciso la moglie”. La difesa ha confutato le perizie così come ha rimarcato il primo esame esterno sul corpo di Eligia in cui “nessuna lesione è stata riscontrata o segni che consentissero di ipotizzare che Eligia fosse stata picchiata violentemente. Non vi sogno segni di lesioni dovuti al tentativo della vittima di difendersi”. Quando i due avvocati hanno fatto notare che Eligia “non era maltrattata dal marito” e che questi “non era possessivo né geloso”, i genitori dell’infermiera hanno abbandonato l’aula.

Dopo quasi 3 ore di arringa, i due legali hanno depositato una corposa memoria, mentre la Corte ha dichiarato chiusa la discussione rinviando all’udienza del 5 dicembre per le formali repliche di pm e dei patrocinatori delle parti civili per poi chiudersi in camera di consiglio per emettere il verdetto di primo grado.

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By wltv

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