Non riesce a decollare il processo scaturito dall’operazione “Tutti a t’Avola”

Non riesce proprio a decollare il processo scaturito dall’operazione “Tutti a t’Avola”, su presunte irregolarità nell’aggiudicazione di alcuni appalti al comune di Avola. Neanche l’ultima udienza, celebrata la scorsa settimana, davanti al tribunale collegiale, presieduto da Giuseppina Storaci, è stata utile per avviare il dibattimento. Ancora una volta un difetto di notifica ha indotto i giudici a fissare una nuova udienza per il 10 novembre, vale a dire a poco più di un anno dal rinvio a giudizio per tutti gli imputati.

Il processo, come si ricorderà, si è chiuso davanti al gup Francesco Alligo, per l’ex sindaco di Avola, Luca Cannata, prosciolto per non avere commesso il fatto, come per Corrado Di Stefano e Giovanna Zocco, membri della commissione di gara per fornitura di materiali manutenzione stradale; Simona Loreto, ex assessore comunale alla Manutenzione e il dipendente comunale Pietro Argentino che rispondeva di turbata libertà degli incanti. Assolto anche Salvatore Galioto, funzionario dell’ufficio del Genio Civile di Siracusa, unico imputato ad avere chiesto il rito abbreviato.  

Dovranno adesso comparire davanti al tribunale gli altri dieci imputati, Pierantonio La Bruna, titolare di una gioielleria, per avere fornito agli inquirenti false informazioni; gli imprenditori Santo Gionfriddo e Giuseppe Leone sono chiamati in causa per un subappalto privo di autorizzazione; il progettista e direttore dei lavori Corrado Gugliotta, Francesco e Sebastiano Buscemi per truffa aggravata dal conseguimento di erogazioni pubbliche. I rappresentanti legali di due imprese, Felice Nastasi e Vincenzo Drovetti, ai quali viene contestato il reato di turbata libertà degli incanti, il dipendente comunale Sebastiano Anselmo e l’ingegner Natale Zuccarello, dell’ufficio del Genio civile di Siracusa.

Il pubblico ministero, Tommaso Pagano, ha mosso a loro carico e a vario titolo, le accuse di truffa, turbativa d’asta, turbata libertà degli incanti e falso ideologico.

Le indagini, coordinate dalla Procura, sono iniziate a seguito di una segnalazione pervenuta all’allora dirigente del Commissariato di Avola, Fabio Aurilio. Nell’esposto del segretario del Comune avolese si sollevavano dubbi sulla legittimità dell’assegnazione degli appalti.

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