Prestazioni sessuali da una donna: obbligo di dimora per poliziotto e carabinieri

Dopo cinque giorni ai domiciliari, sono comparsi davanti al Gip del tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, il quale ha revocato la misura cautelare a carico dei tre rappresentanti delle forze dell’ordine, arrestati con l’accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità ai danni di una donna dedita alla prostituzione. La decisione è scaturita dopo tre ore di interrogatorio di garanzia a cui i tre indagati si sono sottoposti. Il giudice, pur riconoscendo che sia rimasto sostanzialmente immutato il quadro probatorio, ha applicato ciascuno di loro la meno afflittiva misura personale dell’obbligo di dimora, con il parere favorevole del pubblico ministero Salvatore Grillo, che sta coordinando l’inchiesta giudiziaria.
Assistiti dagli avvocati Beniamino D’Augusta, Giuseppe Carrubba e Raffaele Carrozza, il poliziotto, in forza al commissariato di Priolo Gargallo, e i due carabinieri, in servizio alla stazione dello stesso centro industriale siracusano, hanno risposto alle domande del giudice chiarendo la propria posizione e, comunque, protestando la propria estraneità ai fatti oggetto della contestazione.
La vicenda ha avuto inizio il 10 gennaio scorso quando la donna si è recata negli uffici del Commissariato priolese per sporgere una denuncia, raccolta dal poliziotto indagato. Il giorno dopo, però, con animo turbato, è tornata negli stessi uffici sostenendo di volere ritirare la denuncia perché non ce la faceva più a sopportare le richieste di prestazioni sessuali da parte di alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine. Gli agenti presenti in ufficio l’hanno calmata mettendo a verbale quanto aveva da riferire rispetto a fatti che riguardavano il loro collega poliziotto allargando il quadro ai due carabinieri. Ne è venuta fuori una ricostruzione di episodi di cui in precedenza i tre appartenenti alle forze dell’ordine si sarebbero resi protagonisti con la richiesta e l’ottenimento di prestazioni sessuali “dando in cambio la promessa di favori e interessamenti in relazione a una vicenda giudiziaria e a problematiche di vicinato”.
Alcuni degli episodi raccontati dalla donna si sarebbero verificati tra i mesi di novembre e dicembre del e riguarderebbe i due carabinieri. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, uno dei due militari dell’Arma, nel protestare la propria innocenza, ha riferito di non essersi mai recato nell’abitazione della escort, come la vittima sostiene, producendo al giudice la documentazione necessaria a smentire la ricostruzione fatta dalla vittima.
Le sue dichiarazioni sono state ritenute di rilevanza giudiziaria e sono state messe a verbale da cui i magistrati della Procura aretusea che, approfondendo le indagini, hanno sollecitato e ottenuto dal Gip la misura cautelare dei domiciliari per i tre indagati, nel frattempo, sospesi dal servizio in attesa di chiarire tutta la vicenda, e adesso ritornati liberi anche se con l’obbligo di dimora nei comuni di residenza, Sortino ed Augusta.

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By F N

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