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Novanta giovani su cento assumono un comportamento consapevole; gli altri dieci invece si mettono alla guida in condizioni di rischio per sé e di pericolo per gli altri.
Sempre più spesso i ragazzi, anche quelli considerati “normali”, ossia che non manifestano segni evidenti di disagio, che vanno regolarmente a scuola, che fanno sport o che hanno una famiglia, possono mettere a rischio la propria incolumità per quelli che loro chiamano e vivono come giochi, anche attraverso la ricerca di giochi estremi, messi in atto fondamentalmente per sfidare se stessi e/o gli altri, spinti da un senso di onnipotenza, che li porta a volte anche a superare il limite del limite fino a farsi male e a perdere la vita.
È una variabile che non prendono in considerazione, non può accadere a loro, vogliono semplicemente vivere il brivido, la sensazione, “lo fanno gli altri, perché non lo posso fare io?”.
Oggi una politica sociale è indispensabile, l’assessore alle politiche sociali e giovanili intervenga con una Campagne di sensibilizzazione adatta per la nostra comunità.
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