Priolo, Susinni (Pd): “Ambiente e lavoro priorità”

Armonizzare le sinergie per trasformare le vulnerabilità ambientali in opportunità di sviluppo. Il Partito Democratico promotore del dialogo costruttivo con la zona industriale.

Il consiglio comunale informale sul tema “Il futuro della zona industriale”, organizzato dal presidente del Consiglio Alessandro Biamonte con la collaborazione dei presidenti dei consigli comunali di Augusta e Melilli, ha aperto ampi spazi di riflessione, nonostante le molte assenze della politica, dei sindacati e di Confindustria Siracusa. Il tema al centro del dibattito, doveva essere il decreto della giunta regionale n. 268 del 18 luglio 2018, Piano Regionale di Tutela della qualità dell’Aria in Sicilia, messo sotto osservazione da Confindustria, sindacati e forze politiche, che sta sollevando qualche preoccupazione dopo la dichiarazione di Confindustria della possibile chiusura degli impianti, presagendo un futuro a tinte fosche per migliaia di posti di lavoro. Gli attori del territorio, industriali, sindacati e politici, che dovrebbero essere i protagonisti dello sviluppo futuro, si dividono sul piano varato dalla Regione Sicilia, che con il buon senso, si potrebbe modificare rispettando i target ambientali e senza penalizzare le industrie, già in sofferenza per la crisi energetica in atto, che ancora oggi rappresentano la fonte occupazionale predominante. Ho ascoltato il discorso del Presidente della Regione, ad un convegno svolto alcuni mesi fa al Ciapi di Priolo, credo di aver percepito tra le righe, la disponibilità ad effettuare delle modifiche al piano, il cui casus belli, potrebbe essere superato da proposte determinate da una convergenza unanime, tra politica, imprenditori, sindacati e associazioni ambientaliste, proposte che arrivano dal territorio alla politica regionale, di cui si dovrà tener conto. Senza sinergie territoriali non potrà esserci nessuna progettualità di sviluppo, tra le vulnerabilità ambientali non c’è solo la qualità dell’aria, c’è il suolo ed il sottosuolo, il mare, le bonifiche, ed anche l’occupazione deve essere considerata tra le vulnerabilità da tutelare. Questo territorio dovrà affrontare da subito senza isterismi accusatori o ricatti, un nodo cruciale, la tutela della falda idrica, che potrebbe compromettere la futura sopravvivenza delle popolazioni di questo territorio. Diversi dovranno essere i progetti di partenariato pubblico privato, i cui interventi comporterebbero ingenti risorse che non potranno essere affrontate solamente dalle industrie. Le falde idriche sono obiettivo strategico europeo, le risorse non mancano per finanziare progetti di tutela, che creerebbero anche nuovi posti di lavoro, quindi lavorare in sinergia invece di piangere e invocare aiuti senza nessuna strategia progettuale.  Ovviamente l’industria petrolchimica non può soddisfare tutte le istanze occupazionali che provengono dal territorio, ma deve essere anch’essa responsabile allo stesso livello di tutti gli attori del territorio, collaborando in primo piano ai progetti di diversificazione, che, con l’istituzione delle Zes potrebbero attrarre nuove piccole e medie imprese, incrementando l’occupazione.

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