Siracusa: Ennesima aggressione a un medico del 118, l’Ordine dei medici: “E’ un’emergenza sociale. Si agisca”

Siracusa- Di pari passo al dilagare del fenomeno della violenza contro i camici bianchi, di cui ieri si è registrato l’ennesimo caso a Siracusa, dove un medico in servizio su un’ambulanza medicalizzata del 118 sarebbe stato aggredito barbaramente dai familiari di un paziente, poco dopo un intervento di soccorso, per cause e con modalità al vaglio degli investigatori, cresce l’indignazione della categoria professionale, ormai oggetto di attacchi quasi quotidiani da parte di cittadini che mettono in atto comportamenti tanto esasperati quanto intollerabili.

Torna a prendere posizione su quella che si rivela ormai come un’emergenza sociale fuori controllo l’Ordine dei Medici della provincia aretusea, che fa sentire la propria voce in un comunicato a firma del presidente Anselmo Madeddu e dell’intero Consiglio direttivo.

“Qui non si tratta più di esprimere solidarietà di circostanza ad un altro collega vittima di un’aggressione- premette il presidente dell’Ordine Anselmo Madeddu- bensì di rivendicare, gridando a pieni polmoni, alle istituzioni competenti e alla politica tutta, azioni concrete, in termini preventivi, deterrenti e di contrasto a questa violenza gratuita e diffusa, per tutelare chi, pur consapevole di lavorare in trincea, ogni giorno rischia davvero, nell’espletamento delle proprie funzioni ordinarie, di rimetterci la vita. Bene, la vita, che per missione e passione difende”.

“Non è più tempo di riflettere! lo abbiamo fatto a lungo e abbiamo invitato tutti a farlo- conclude secco il presidente Madeddu- ma è giunto il momento di agire. Noi non lesineremo azioni legali nei confronti di chi torcerà un solo capello ai nostri colleghi, infatti abbiamo deliberato di costituirci parte civile in ogni processo in cui la parte offesa è un medico. Inoltre, implementeremo le nostre campagne di sensibilizzazione e potenzieremo la formazione in ambito psicologico di tutti gli addetti ai lavori, per ottimizzare i rapporti con l’utenza più disparata, contribuendo alla “rieducazione” all’attesa e al contenimento della frustrazione di pazienti e familiari”.

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By Redazione

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