Il gup del tribunale di Roma, Costantino De Robbio, ha applicato la pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione nei confronti del parlamentare regionale Pippo Gennuso, che doveva rispondere del reato di traffico d’influenze illeciti. Gennuso ha ottenuto anche l’esclusione della legge Severino, per cui riotterrà lo scranno a Sala d’Ercole, fino ad oggi occupato dall’on. Daniela Ternullo, insiedatasi nel mese di aprile proprio a seguito della sospensione inflitta a Gennuso. I legali difensori di Gennuso, prof. Carlo Taormina e Gianluca Tognozzi, hanno spiegato che già il loro assistito aveva pagato un caro prezzo con l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari, pur essendo estraneo al reato di corruzione in atti giudiziari.
L’originaria contestazione a carico di Gennuso era proprio quella di corruzione sulla base delle dichiarazioni accusatorie degli avv. Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che le hanno ribadite anche durante l’incidente probatorio quando hanno dichiarato di avere corrotto i componenti del Consiglio di Giustizia Amministrativa per rifare le elezioni in 9 seggi tra Rosolini e Pachino e di consentire a Gennuso di riconquistare il seggio elettorale perduto a seguito dello spoglio delle elezioni regionali dell’autunno del 2012. Gennuso ha sostenuto di non avere corrotto nessun giudice ma di avere pagato i due avvocati a saldo delle loro spettanze come attività difensiva svolta davanti al Cga contro la sentenza del Tar di Catania, che aveva rigettato la sua richiesta di conteggiare le schede.
Il giudice De Robbio ha pronunciato sentenza di applicazione pena anche a carico degli ex magistrati Raffaele de Lipsis, Luigi Pietro Maria Caruso e Nicola Russo. Gli ex giudici, oggi tutti in pensione, si sono visti applicare la pena di 2 anni e 6 mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari.
