Una bandiera, tante polemiche

L’esposizione della bandiera arcobaleno in uno dei pennoni del palazzo del Vermexio, non può che suscitare polemiche e riflessioni. L’episodio è avvenuto in concomitanza con l’organizzazione della giornata mondiale della famiglia, celebrata a Verona, e ha destato non poche perplessità perché si tratta di una bandiera che è stata fatta sventolare sul palazzo di città, un luogo pubblico, tra le bandiere istituzionali. E’ certamente surreale rilasciare l’autorizzazione a esporre quella bandiera sul balcone del Vermexio. Si stenta a credere che un sindaco possa avere autorizzato l’esposizione di un simbolo che nulla ha a che vedere con le istituzioni pubbliche. Si tratta di una bandiera (chiamata anche bandiera rainbow o bandiera gay) che è attualmente il simbolo più usato e noto del movimento di liberazione omosessuale. Era opportuno autorizzare l’esposizione di quella bandiera in un luogo rappresentativo della città? Perché scambiare il balcone del palazzo di Città con quello di una casa privata?

L’episodio non è passato inosservato e pensiamo sia meritevole dell’attenzione delle più alte cariche istituzionali della città per gli eventuali provvedimenti che riterranno di volere intraprendere. Più che gesti simbolici come quello di esporre una bandiera, pur rispettabilissima, di genere o di proporre iniziative come l’aumento della tassa sui rifiuti per rimodellare in corsa il mini appalto del servizio di igiene urbana, sarebbe bene che l’amministrazione pubblica manifesti la propria presenza in città con gesti ben più concreti a sostegno delle fasce deboli della comunità.

Giovanni Napolitano

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