Cerimonia della Giornata nazionale dei medici vittime del covid a Palermo.

Nella foto il presidente dell’Ordine di Siracusa Anselmo Madeddu con i presidenti degli Ordini delle altre province. E sullo sfondo la lapide con i nomi di Salvo Arena e Renato Pintaldi.

Palermo- Celebrata, ieri, anche in Sicilia, a Villa Magnisi, storica sede regionale dell’Ordine dei Medici a Palermo, la “Giornata nazionale dei Camici bianchi” di recente istituzione, per onorare la memoria dei medici italiani caduti durante la dura lotta contro il Covid-19. Una categoria professionale, quella dei medici che, assieme a quella degli infermieri, ha pagato nel corso di questa guerra ad armi impari contro il virus “mutante” il contributo, in termini di vite umane, più alto. 326, infatti, sono stati i medici deceduti durante questo lungo anno di pandemia nel nostro Paese. 326 vite strappate alla terra e all’affetto dei propri familiari, il cui sacrificio ogni anno sarà ricordato, in segno di gratitudine il 20 febbraio. La ricorrenza, nel pieno rispetto delle norme anti-contagio, ha fatto convergere nel capoluogo siciliano i presidenti dell’Ordine dei Medici di tutte le 9 province e le principali autorità isolane. A fare gli onori di casa il prof. Toti Amato, presidente dell’OdM di Palermo. A rappresentare la provincia di Siracusa è stato il presidente dell’Ordine dei Medici aretuseo, Anselmo Madeddu, che ha ricordato i colleghi Arena, Pintaldi e Carbè, rimasti vittime del Coronavirus, definendoli:“I nostri meravigliosi eroi della quotidianità”.

“Il Covid-19- ha sottolineato il presidente Madeddu- ha fatto riscoprire i valori più alti, più umani, caritatevoli, di una professione, come quella medica, che troppo spesso negli ultimi anni è stata, purtroppo, fatta oggetto di vili aggressioni, anche fisiche”.

“Una giornata, quella dedicata ai Camici bianchi- secondo Madeddu- che non può esaurirsi nella semplice celebrazione di una ricorrenza, ma che deve servire da guida e insegnamento nella routinaria pratica quotidiana”.

Tre i concetti chiave che in questa guerra ancora in corso, sebbene il vaccino stia offrendo una barriera di difesa strategica, non possono essere ignorati e che richiedono attenzione, secondo Madeddu: “memoria proattiva”; “tensione civile” e “coesione sociale”.

Al termine della cerimonia, gli assessori regionali alla Salute e ai Beni Culturali e i presidenti degli Ordini hanno scoperto la lapide su cui sono stati incisi i nomi di alcuni medici siciliani deceduti per Covid. Il presidente Anselmo Madeddu ha voluto fortemente che tra questi nomi figurassero anche quelli di due medici siracusani, recentemente scomparsi, e molto amati dalla città: il dottor Salvo Arena, giovane endocrinologo dell’Ospedale Umberto I, e il dottor Renato Pintaldi, indimenticato pioniere della medicina dello sport a Siracusa.

“Salvo Arena era un ragazzo fantastico – ha ricordato Anselmo Madeddu -, un generoso, un puro, che amava alla follia la sua professione, onorandola con un alto profilo scientifico. Renato Pintaldi era un gran galantuomo, un uomo di straordinarie doti umane e professionali che ha fatto la storia della sua disciplina in città. Entrambi hanno lasciato un vuoto incolmabile tra i colleghi. Ma sento il dovere, in questa occasione, di ricordare anche un altro stupendo collega vocato per il prossimo, il dottor Nellino Carbè, che ci ha lasciati nei giorni terribili della prima ondata in un lontano ospedale del nord Italia. Ritengo che l’Ordine dei Medici abbia fatto il proprio dovere onorando con questa cerimonia e con questa lapide la memoria dei suoi meravigliosi eroi della quotidianità”.

 

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