Cronaca- Presunte opere false, la Procura: “L’inchiesta va avanti”

Cronaca -L’inchiesta sulle presunte opere false, esposte nell’ambito della mostra “L’impossibile è a Noto” a partire dal mese di ottobre 2019, prosegue. Anzi, la Procura aretusea sta per emettere l’avviso di conclusione delle indagini rispetto alle contestazioni mosse sulle opere, oggetto di approfondimento a cura del consulente nominato dagli inquirenti. A fare chiarezza sulla vicenda giudiziaria, emersa a seguito della denuncia della Fondazione De Chirico, è il procuratore aggiunto, Fabio Scavone, dopo avere ascoltato il video messaggio, postato sui social dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, ha provato a fare chiarezza sull’intera vicenda giudiziaria. Come si ricorderà, Sgarbi, dopo avere ricevuto una lettera dal collezionista Massimo Carpi, che lo informava di avere riottenuto indietro tutte le quattordici opere, sequestrate dai carabinieri del nucleo tutela beni culturali, si è infervorato nei confronti della consulente della Procura, Maria Grazia Picozzi. L’ha definita “esperta incompetente che ha dichiarato false le opere vere” e per tale motivo, a suo giudizio, dovrebbe “essere processata lei”. Sgarbi ha poi raccomandato ai “magistrati di chiamare (come consulenti) i competenti e non generalisti incapaci”, invitandoli porgere le scuse a Massimo Carpi.

Dal quinto livello del palazzo di giustizia di viale Santa Panagia la replica è perentoria quanto laconica. “Le opere, restituite già da tempo – dice Scavone – sono quelle che la consulente Picozzi ha valutato come autentiche. Rimangono, invece, sotto sequestro tutte le altre che sono state classificate come false”. Per il procuratore aggiunto “il cuore del problema è costituito dalle opere di De Chirico, esposte due anni fa alla mostra di Noto”.

La Procura fa notare che, sott’osservazione, non c’erano soltanto le quattordici opere del collezionista Carpi (restituite) ma anche quelle di altri prestatori. Tra queste: Il grande metafisico, 1937, (Giorgio De Chirico); studio Neoclassico 1950 (Giorgio De Chirico); Il trovatore 1952, matita su carta, (Giorgio De Chirico); Il trovatore, 1952, tempera su carta (Giorgio de Chirico).

Un anno e mezzo dopo l’apertura dell’inchiesta, quindi, le indagini sulla mostra di Noto stanno per arrivare a conclusione con la definizione delle posizioni degli indagati che avranno modo di difendersi dalle accuse che i magistrati si apprestano a definire nel dettaglio. “Se è trascorso tutto questo tempo – sottolinea Scavone – è per il fatto che abbiamo voluto ampliare le indagini anche alle opere esposte al convento di san Francesco a Siracusa. In buona sostanza, avremmo potuto procedere per due distinti filoni d’inchiesta ma, trattandosi della stessa materia, abbiamo accomunato le due inchieste”. La Procura, insomma, non solo chiuderà, a breve, le indagini sulla mostra di Noto ma arriverà alle conclusioni anche per quella intitolata “Ciclopica: la grande scultura internazionale Da Rodin a Giacometti”. Per quella vicenda, com’è noto, sono stati iscritti al registro degli indagati gli organizzatori dell’esposizione che dovranno rispondere della violazione di norme legate alla contraffazione rispetto a due sculture di Alberto Giacometti, sequestrate dai carabinieri del nucleo tutela beni culturali, perché ritenute copie illegali con firma falsificata, non corrispondenti a quelle presenti nelle edizioni autorizzate. Nel mese di giugno del 2019, gli organizzatori produssero al pm Tommaso Pagano, coordinatore delle indagini, una corposa documentazione tra cui le schede di prestito delle opere, il contratto con Diffusione Italia per la fornitura delle opere, le certificazioni di libera circolazione rilasciate dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, le certificazioni della ditta di trasporto che testimoniano data e luogo di ritiro e le polizze assicurative stipulate per le opere (4,5 milioni di euro e 3,9 milioni di euro). Filippini e Sanfo sostengono che entrambe le opere fanno parte della collezione della Società Habitare che è tra le principali finanziatrici della Fondazione Caponnetto che continua l’opera antimafia del grande magistrato. Le opere sono molto conosciute nell’ambiente, essendo state esposte in svariate mostre, sia in Italia che all’estero.

30 aprile 2021

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