Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota dei soggetti proponenti dei progetti partecipanti alla Democrazia partecipata 2024, dopo che il Comune alla fine di agosto ha riconosciuto irregolarità nelle votazioni. A firmarla sono Giuseppe Laurettini, Irene Caristia, Francesco Lantieri, Lucia Aliffi, Alessandro Di Silvestro, Renata Giunta, Luciano Arena, Giovanni Angelo Catalano, Salvatore Russo e Sebastiano Camilli.
“I fatti recenti sul sistema di democrazia partecipata nella città di Siracusa hanno gettato discredito su un percorso, a nostro parere virtuoso, che prende piede ormai dal 2019. La democrazia partecipata muove ogni anno un importo economico risibile eppure ha saputo chiamare alla mobilitazione, nelle sue 5 edizioni, pezzi diversi di società che attraverso un sistema competitivo decidono l’impiego dei fondi pubblici.
La Legge Regionale 5/2014 obbliga i comuni siciliani a coinvolgere i cittadini e le cittadine con forme di democrazia partecipata per decidere insieme a loro come spendere ogni anno circa 4 milioni di euro di trasferimenti regionali. Sebbene si tratti di somme esigue nel complesso del bilancio sia regionale che di un comune come quello di Siracusa, quello che ci sta a cuore non è tanto l’esito del percorso, ovvero i progetti vincitori che troveranno copertura finanziaria per la loro realizzazione, quanto piuttosto il percorso in sé. Siracusa è una città dove il senso di comunità non sembra troppo forte. La partecipazione al voto, in qualsiasi competizione elettorale (comunali, regionali, politiche, europee) è sempre esigua. Le politiche pubbliche dove i comportamenti dei cittadini sono il perno dell’azione, come ad esempio la gestione del servizio di igiene urbana, la raccolta differenziata, il rispetto delle norme stradali, la prevenzione anche a fini di protezione civile, sono di scarsa efficacia proprio perché non c’è una collaborazione virtuosa di un pezzo significativo di cittadinanza. L’esperienza di democrazia partecipata in città mobilita circa il 3% della popolazione avente diritto.
Sono percentuali basse eppure lo strumento contribuisce ad avvicinare i giovani alla cosa pubblica. Lo vediamo nella selezione naturale dei proponenti che ogni anno vede realtà consolidate e nuovi presentanti. Ciò che è accaduto quest’anno mortifica gli sforzi di tutti: dell’amministrazione che impiega risorse umane ed economiche, dei proponenti che hanno speso tempo ed energie per formulare proposte quanto più complete ed esaustive, dei votanti che ambiscono a politiche pubbliche sempre più trasparenti e partecipate. Intendiamo comunicare il nostro disappunto, quali associazioni e cittadini proponenti, per le decisioni assunte dall’amministrazione. E precisamente, contestiamo il ricorso ad una seconda votazione che nessuno di noi intende promuovere pubblicamente e, a maggior ragione, una seconda votazione ove il primo progetto classificato è escluso dalla partecipazione. In tal caso, infatti, ci potrebbero essere casi di cittadini che potrebbero esprimere validamente il proprio voto per due volte, la prima a favore del primo aggiudicatario; la seconda nella nuova votazione falsando di fatto la parità di trattamento tra i contendenti. Riteniamo inoltre urgente rendere pubblica la somma totale dei trasferimenti regionali degli ultimi anni cui è, appunto, collegata la commisurazione dell’importo messo a bando.
Necessita mettere in luce come nel regolamento comunale Approvato con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 101 del 22/06/2019 modificato con Deliberazione del Commissario Straordinario, D.P. N. 512/Gab del 20/02/2020, n. 22 del 16 giugno 2020, all’articolo 6 comma 9, la votazione online sia prevista, in un primo turno, solo quando le proposte ammesse alla votazione siano in numero superiore a 15, per favorirne una scrematura per poi procedere per i 15 selezionati al voto in presenza.
Ricordiamo che il regolamento fu modificato (in seguito alla necessità, dettata dalle problematiche sorte nella prima esperienza di voto, di apporre dei correttivi che rendessero più chiari i criteri specifici dell’istituto della democrazia partecipata, ad esempio. Molti lo vedevano come una scorciatoia per avere un contributo ad una azione che poteva essere realizzato dal proponente) e che oggi, certamente, richiede una riflessione nuova e aggiornata volta al suo miglioramento e adeguamento alle modificate necessità, anche in considerazione della spinta alla digitalizzazione che la PA in primis subisce. Lo stesso regolamento prevede oggi che a presentare i progetti siano singoli cittadini, quando invece il vasto panorama della società civile organizzata potrebbe garantire maggiore qualità e partecipazione. L’esperienza di Siracusa rimane tra le migliori nel panorama regionale e per questo intendiamo difenderla senza indugi.