Dopo la sanificazione, il tribunale di Siracusa riapre lunedì

L’Asp 8 ha comunicato che la riapertura per l’utilizzo dei locali del palazzo di giustizia potrà essere effettuata a partire da lunedì. Slitta, quindi, di qualche giorno la ripresa dell’attività giudiziaria, che era stata prevista per la giornata odierna, dopo la sanificazione di tutti gli uffici e degli ambienti della struttura.

La situazione di emergenza sanitaria scattata al palazzo di giustizia ha aperto, però, un fronte di polemiche. Da una parte le organizzazioni sindacali che vorrebbero l’applicazione di misure ancora più severe per salvaguardare la salute del personale, dall’altro gli avvocati, contrari alla proposta di sospendere l’attività giudiziaria per due settimane.

Va giù duro la Rsu che, oltre alla sanificazione di tutti gli uffici del tribunale, ritiene “debba essere effettuato il tampone a tutti i dipendenti che debbono effettuare un periodo di quarantena nell’attesa dell’esito del tampone”. La Rsu chiede anche che gli uffici debbano rimanere chiusi “per il periodo di 15 giorni al fine di scongiurare il contagio”.

Anche il segretario della UilPa, Paolo Scimitto, ha chiesto l’esecuzione dei “test di diagnosi di eventuale positività al coronavirus” perché “soltanto l’esatta individuazione di eventuali altri lavoratori positivi al covid-19 può scongiurare il diffondersi del contagio”. Il coordinatore provinciale del settore Giustizia della Funzione pubblica della Cgil, Gigi Muti, chiede che “attraverso la catena dei contatti, vengano individuati i soggetti a cui vanno applicati i controlli più stretti, tutto il personale rimanente dovrà essere posto in quarantena nelle proprie abitazioni per 15 giorni”.

Pronta la replica del presidente dell’Ordine degli avvocati, Francesco Favi: “Le preoccupazioni espresse dai sindacati – dice – sono condivisibili quando hanno di mira la sicurezza sul posto di lavoro. sotto il profilo di ambienti salubri. Ben venga una sanificazione a fondo dell’intera struttura. Si ritiene invece, che sia assolutamente non accoglibile una richiesta di tamponi generalizzati a tutti i dipendenti del tribunale quasi rappresentassero una sorta di categoria protetta. Richiedere i tamponi senza farsi guidare o dall’insorgenza di sintomi o dall’effettiva contiguità alla fonte del contagio rischia di privare degli stessi tamponi categorie ben più esposte.

Sulla richiesta di chiudere il palazzo dio giustizia per 15 giorni, per il presidente Favi “significa non tenere conto, innanzitutto, dell’esigenza di giustizia dei cittadini che non vengono meno malgrado il momento storico che viviamo e dall’altra parte anche di tutti coloro, avvocati in testa, che in questo momento ne subirebbero ulteriore danno senza potere contare su uno stipendio fisso che, al di là delle contingenze, ad alcuni viene recapitato qualunque cosa avvenga”.

“In questo momento – conclude Favi – drammatico per tutti, di sacrifici e di solidarietà ci si deve rifare a modelli, che, per quello della classe forense, in questo momento è certamente rappresentato dal presidente del tribunale, Antonio Alì, il quale ogni giorno non ha fatto mancare la sua presenza nei locali del tribunale per provare ad arginare una situazione drammatica per tutti”.

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