Lasceranno oggi Israele gli ultimi attivisti della Sumud Flotilla detenuti ancora in carcere.
L’annuncio è arrivato in serata ieri dal ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani. “Partiranno domani con un volo charter per Atene – spiega -. Saranno assistiti dalla nostra ambasciata sia alla partenza e poi in Grecia nel trasferimento verso l’Italia”. Il vicepremier ringrazia “sinceramente” tutto il personale del ministero, i diplomatici in Israele e nelle altre sedi interessate per “il capillare lavoro di assistenza compiuto in questi giorni”. Gli italiani saranno 15 su un totale di 170 attivisti rilasciati.
E con il passare delle ore arrivano nuovi dettagli sulla detenzione degli attivisti della Sumud Flotilla. Racconti forniti proprio da chi, dopo l’abbordaggio delle barche della missione umanitaria diretta a Gaza, si è ritrovato dietro le sbarre. “Eravamo trattati come le vecchie scimmie dei peggiori circhi degli anni Venti” dice senza mezzi termini il giornalista di Fanpage Saverio Tommasi che ricorda le “botte sulla schiena, tante e in testa”. Tra i 26 connazionali rientrati nella tarda serata di sabato in Italia c’è chi parla di “aggressività e odio forti” mostrati nei loro confronti. “Ci hanno trattato come trattano i terroristi” sostiene Cesare Tofani, uno dei 18 italiani atterrati allo scalo di Roma Fiumicino e accolti da circa 200 persone tra lacrime, abbracci e bandiere palestinesi. Feste anche per gli altri otto connazionali arrivati nella notte a Milano Malpensa. Nel gruppo il consigliere regionale dem Paolo Romano. Le loro testimonianze si intrecciano con quelle raccolte dal team legale internazionale che sta seguendo gli oltre 300 attivisti ancora detenuti in Israele. Gli avvocati di Adalah denunciano “gravi abusi subiti” dai partecipanti alla Global Sumud Flotilla: detenuti in celle sovraffollate, alcuni costretti a dormire sul pavimento, scorte di acqua e cibo inadeguate.
Secondo le dichiarazioni raccolte negli ultimi due giorni, ai fermati sarebbero stati negati anche i farmaci salvavita.
