Ponte sullo Stretto: “Se ne riparla a fine anno” (forse)

Il Fatto Quotidiano in edicola riporta le ultime novità sulla realizzazione dello Stretto di Messina. Di fatto, nessun via libera al progetto definitivo entro giugno, come preventivato.

“L’Amministratore Delegato della Stretto di Messina Spa, la società che deve realizzare l’opera, lo ha annunciato ieri 5 maggio  nella sede istituzionale di Rai Radio1, in un’intervista all’alba. “Il progetto esecutivo del ponte arriverà solo entro fine anno”, dopo novembre, quando secondo il manager potrebbe arrivare il via libera del comitato per la programmazione economica (Cipess) al progetto definitivo. Prima però dovrà passare la Valutazione di impatto ambientale, e qui Ciucci ha sganciato l’altra bomba: Stretto di Messina si prenderà più dei 30 giorni previsti per rispondere alle 240 integrazioni richieste dal ministero dell’Ambiente. Aveva assicurato il contrario per giorni insieme al ministero delle Infrastrutture”.

Scrive ancora il Fatto Quotidiano: “Finiscono archiviati così i piani di Matteo Salvini che, a marzo 2023, ha riaperto la saga infinita della maxi opera fermata dieci anni fa dal governo Monti, promettendo la prima pietra nell’estate 2024. La disfatta  era nell’aria. I tempi promessi erano incompatibili con quelli che si andavano delineando su un progetto vecchio di 13 anni, riesumato in fretta e furia in una corsa disperata in vista delle Europee. Ciucci e Salvini, che lo ha richiamato alla guida della sua creatura un anno fa, hanno fatto finta di nulla per mesi, negando poi l’evidenza nelle ultime settimane”.

“Il 16 aprile, la Commissione Via ha chiesto 239 integrazioni (279 con le sotto-richieste) alla documentazione fornita da Sdm ed Eurolink, il consorzio, capitanato da Webuild, che deve costruire l’opera e che nel 2005 vinse la gara oggi ripristinata da Salvini. Poco più di 40 pagine in cui venivano elencate le lacune documentali, in alcuni casi imbarazzanti per le società proponenti. Una “stroncatura”, avevano esultato le associazioni ambientaliste, che avevano depositato 500 pagine di osservazioni. I tecnici del ministro dell’Ambiente avevano chiesto numerose analisi aggiuntive, anche di enorme rilevanza, come quelle sulla sismicità, che non potevano essere svolte in 30 giorni. Ieri mente, smentendo sé stesso: “Stiamo studiando la possibilità di effettuare ulteriori analisi sul campo che ci consentirebbero di andare anche oltre quello che è previsto dalla legge, in modo da dare la migliore risposta possibile alle osservazioni fatte dal ministero”.

A cura di Concetto Alota

 

 

 

 

 

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