Priolo. Lavoratori amianto, 73 giorni di protesta: “Ministro intervenga”

La valenza di questa protesta assume aspetti drammatici; la politica siracusana, ancor peggio quella siciliana, ha fallito su tutti i fronti. La dimostrazione che gli uomini che ci rappresentano hanno lo scopo personale solo di occupare la poltrona della casta sia nel parlamentino siciliano, sia in quello nazionale, oltre al Senato. Si tratta della sopravvivenza di esseri umani, di lavoratori che hanno sacrificato la loro vita vivendo a stretto contatto con l’amianto killer; i governi che si sono succeduti non hanno difeso la vita umana, i cittadini italiani, il popolo sovrano della Repubblica fondata, verosimilmente, sul lavoro. Diventa dura accettare tale siffatta condizione: abbandonare i cittadini che hanno lavorato mentre il ladrocinio dei soldi pubblici continua senza sosta e a piene mani.

“Siamo giunti al 73 giorno di protesta davanti al comune Priolo Gargallo- Così Calogero Vicario responsabile Ona. Ci stiamo umiliando di fronte all’Italia intera per difendere un sacrosanto diritto revocato da un ingiusta sentenza. Continuiamo a chiedere, ancora una volta, così come hanno fatto già il presidente ONA Ezio Bonanni ed il Sindaco di Priolo On.le Pippo Gianni, l’intervento del Ministro del Lavoro e della previdenza sociale, Nunzia Catalfo, affinché si possa risolvere questa incresciosa e vergognosa vicenda dei lavoratori di Priolo Gargallo”.

“Ministro intervenga! Venga a trovarci cosi potrà rendersene conto personalmente della grave situazione in cui versano i lavoratori- continua Vicario. Andremo insieme a visitare il nostro luogo di lavoro, oramai dismesso e abbandonato, dove per oltre 25 anni abbiamo creato ricchezza respirando ferro e amianto e nello stesso tempo abbiamo riempito anche i nostri polmoni di fibre pronti a colpire quantomeno te lo aspetti aggiungendoci ai nostri colleghi e amici deceduti”.

“Ministro le chiediamo solamente di non essere trattati come carne da macello”.

Una storia per certi versi drammatica. L’ONA ritorna a protestare e non ci sta a subire umiliazioni; faremo una battaglia legale, ma andremo avanti, e conferma la protesta ad oltranza”.

Un grido di dolore deciso del coordinatore siciliano Ona, Calogero Vicario, “… abbiamo maneggiato, respirato e anche mangiato l’amianto. Il Tribunale di Siracusa ci ha dato ragione e ora la Corte di Appello ribalta l’esito della causa e questo è inammissibile, per cui continueremo lo sciopero della fame fino alla morte. E’ necessario che il Governo, che si è presentato come il governo del popolo, non si presti ad iniziative persecutorie e vessatorie in danno dei lavoratori. Come coordinatore O.N.A. Sicilia chiederò una mobilitazione nazionale in piazza delle vittime. Occorre che il Ministro del lavoro tuteli le vittime dell’amianto nel modo giusto. Non chiediamo nulla che non sia nostro. Chiediamo semplicemente giustizia, legalità e verità”.

“Ministro intervenga”, grida, Calogero Vicario.

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