Bene Pubblico – Una sessantina di sindaci siciliani scendono in campo contro l’ipotesi di abrogare l’articolo di legge che prevede le gestioni dirette comunali dei servizi idrici. ” Non può essere cancellato con un colpo di mano un diritto sacrosanto dei cittadini e delle comunità che hanno investito sulla risorsa idrica, storicamente, in termini sociali e culturali.
L’acqua deve rimanere pubblica e la gestione laddove ci sono i requisiti non può essere tolta di mano ai comuni che hanno il diritto di gestirla” affermano in una nota congiunta i sindaci di Contessa Entellina, Santo Stefano di Quisquina, Alessandria della Rocca, Bivona, Cammarata, Bisacquino, Campofiorito, Palazzo Adriano, Polizzi Generosa, Isnello, Petralia Sottana che si trovano a Roma oltre che per sollecitare l’istituzione delle Zone franche montane, anche per protestare contro questa ipotesi. “Mantenere in vigore il comma 2 dell’art 147 – sottolineano i sindaci è un principio al quale non vogliamo rinunciare. Le forze politiche tutte si attivino per scongiurare ulteriori scippo”.I sindaci siciliani interessati hanno incontrato e coinvolto gli esponenti di tutte le forze di governo, per chiedere a gran voce “che non venga mortificato l’esito referendario sull’acqua pubblica mantenendo nell’ordinamento italiano una norma, coerente con le indicazioni del Parlamento Europeo in materia di acqua”. I sindaci ritengono pertanto necessario “tutelare le gestioni dirette comunali considerato che molti Comuni hanno già avviato le procedure per rientrare nei parametri del regime di salvaguardia, approntando notevoli investimenti”