Ilaria Salis rimane in cella. In tribunale con manette e catene

Ilaria Salis resta in cella: il tribunale di Budapest ha respinto infatti la richiesta di passare ai domiciliari in Ungheria presentata dai legali della trentanovenne in carcere da 13 mesi con l’accusa di aver aggredito due esponenti di estrema destra.

“Le circostanze non sono cambiate”, ha detto il giudice Jozsef Sós aggiungendo che “esiste sempre il pericolo di fuga”.

Roberto Salis, il padre di Ilaria, è uscito dall’aula. subito dopo che il giudice ha reso nota la sua decisione.

La decisione di respingere i domiciliari per Ilaria Salis è stata “l’ennesima prova di forza del governo Orban”, ha commentato Roberto Salis, il padre della donna. “Un po’ me lo aspettavo – ha aggiunto – Ilaria qui è considerata un grande pericolo”. “I nostri ministri non hanno fatto una bella figura e il governo italiano dovrebbe fare un esame di coscienza”, ha aggiunto il padre di Ilaria. “Le catene non dipendono dal giudice ma dal sistema carcerario e quindi esecutivo e il governo italiano può e deve fare qualcosa perché mia figlia non sia trattata come un cane” ha aggiunto.

Ilaria Salis è stata portata in tribunale con le manette ai polsi, ceppi e catene alle caviglie e una catena tirata da un agente come un guinzaglio esattamente come accaduto nell’udienza del 29 gennaio. È entrata così la 39enne docente milanese da 13 mesi in carcere a Budapest con l’accusa di aver aggredito tre militanti di estrema destra.È stata fissata al 24 maggio la prossima udienza.
In una lettera scritta a mano, Ilaria Salis autorizza la stampa italiana alla pubblicazione di foto che la ritraggono in manette.

“Stai zitto o ti spacco la testa”: è quanto un gruppo di pochi estremisti di destra ha detto al gruppo composto dai legali e amici di Ilaria Salis al loro arrivo al tribunale. “Ci aspettavano e ci hanno insultato e minacciato in ungherese,” ha detto l’avvocato Eugenio Losco.
“Ci hanno fatto delle riprese con i telefonini, ci hanno ripreso e il nostro traduttore ci ha detto che ci stavano minacciando”, ha proseguito Losco. Del gruppo di una quindicina di persone italiane minacciate faceva parte anche Zerocalcare, oltre a esponenti di Giuristi democratici.

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By Redazione

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