Inquinamento selvaggio: i colpevoli rimangono impuniti tra corruzione, silenzi, luci e ombre


Con l’espressione della funzione giuridica “colposa” per i responsabili, si conferma che in Italia è possibile inquinare e diffondere malattie che provocano il cancro e provocarne la alla morte. La stessa cosa per i colpevoli di una strage in cui vengono ammazzate più persone, sempre in maniera colposa, ci riporta alla vicenda giudiziaria in cui sono coinvolti i manager tedeschi della Thyssen Group, Harald Espenhahn e Gerald Priegnitz, condannati a 5 anni per la strage delle acciaierie Thyssen di Torino in cui nel 2007 morirono bruciati 7 operai, in Germania otterranno la semilibertà senza avere scontato una sola notte in carcere.

E questo è successo perché si è trattato di un fatto eclatante, violento, che scopre il fianco alla carenze dei controllo e le norme permissive. Volendo forzare la mano, troviamo nel comparto industriale le forme di inquinamento più svariate che colpiscono i cittadini ignari fin dentro le stanze da letto. Tumori, cancri, malattie che colpiscono gli esseri umani, gli animali e l’ambiente nella su generalità. Stragi silenziosi con migliaia di morti. Il solo inquinamento industriale uccide 12mila persone in Italia. Nei 319 comuni monitorati nel V Rapporto Sentieri-Epidemiol Prev 2019; non sono bastate le proteste e le lamentele della popolazione, le denunce degli ambientalisti, le inchieste della Procura, le diverse petizioni che nel tempo sono state presentate. Nel quadrilatero industriale di Augusta, Melilli, Priolo e Siracusa ci sono molte morti per tumori, probabilmente dovute all’inquinamento; ma su questo fronte ci sono state sempre interessi e sostenitori delle cattive maniera delle industrie. I supporter, o prosseneta che dir si voglia.

 Diversi studi promossi dal Ministero per la Salute, hanno fatto rilevare un eccesso di 12mila morti rispetto alla norma; cioè, dodicimila decessi in più rispetto alle attese in aree corrispondenti ai 45 siti in tutta Italia, aree con una presenza pesante di inquinamento diffuso. I dati divulgati sono preoccupanti perché, per la prima volta, lo studio analizza la salute di bambini e adolescenti, oltre che degli adulti, e riscontra percentuali più alte e fuori dalla media sia di ricoveri, che di patologie e anomalie. 319 dunque i Comuni interessati, con una popolazione residente (Censimento 2011) di circa 5.900.000 abitanti. Per rimanere a casa nostra. Nel territorio siracusano, la gestione selvaggia delle discariche dei rifiuti sia urbani sia industriali e l’inquinamento selvaggio delle industrie del petrolchimico, sono finiti parecchie volte nel mirino della Procura di Siracusa e della distrettuale antimafia di Catania e hanno confermano il connubio tra diverse società che gestiscono i vari siti e le varie istituzioni; è la conferma , prima ancora della vittoria della corruzione, del fallimento della politica a tutti i livelli, che ha portato al territorio inquinamento, morte e dolore.

Nel novembre del 2008 l’accordo di programma sottoscritto prevede interventi di riqualificazione ambientali e funzionali alla reindustrializzazione, con la messa in sicurezza e bonifica della rada di Augusta, delle acque di falda, la bonifica dei suoli. Ma è rimasta lettera morta.

Per l’inquinamento delle acque marine e dei fondali della rada di Augusta si tenta di minimizzare, ma i dati derivanti dalla caratterizzazione ambientale fase I e fase II, elaborati dall’Icram, hanno evidenziato una grave situazione di contaminazione dei sedimenti principalmente e nella fase primaria, da mercurio e idrocarburi – C>12; secondariamente da: Esaclorobenzene Hcb; Piombo – Pb; Policlorobifenili – Pcb; Rame – Cu; Zinco -Zn; Arsenico – As; Cadmio – Cd; Diossine e Furani; Idrocarburi Policiclici Aromatici – Ipa. L e principali criticità emerse nella parte a mare inclusa nel Sin Priolo, sono riconducibili ad inquinamento da attività di raffinazione e/o da perdite di greggio; e questo senza tanti preamboli, oltre all’inquinamento termico, eutrofizzazione, contaminazione dei sedimenti da metalli pesanti e idrocarburi.

Le indagini ambientali hanno evidenziato un grave stato di contaminazione dei suoli, delle falde acquifere, sia sottostanti, sia superficiali, nel mare. Contaminazione presente nei terreni dei parci serbatoi da prodotti idrocarburici surnatanti, oltre alle discariche e la mancanza e o della cattiva gestione dei depuratori che inquinano fortemente nel silenzio istituzionale.

L’elenco è lungo, ma vale la pena sottolineare che nella buona sostanza la criticità sanitaria è rimasta tale e quale, ed anzi per certi aspetti si è aggravata. Colpa dei composti volatili pericolosi per la salute degli esseri umani, così come della vita in generale. Composti organici volatili pericolosissimi, la cui inalazione aerosol o vapori, sostanze a sua volta asservite sul particolato per ingestione di alimenti contaminati o attraverso la cute, hanno conseguenze devastanti sulle salute. L’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro IARC, ha inserito nella lista dei probabili cancerogeni per l’uomo, il benzo(a)pirene e altri Composti Organici Volatili, oltre agli inquinanti organici persistenti, i metalli pesanti e tanti altro ancora.

È sono i vertici dell’Asp di Siracusa che nel 2015 hanno confermato, nel corso dell’Audizione della Commissione di inchiesta sui rifiuti, la relazione diretta tra l’inquinamento dell’aria e delle acque con l’incidenza di tumori e malformazioni, fornendo, nel contempo alla Commissione i dati raccolti ed elaborati secondo criteri scientifici; rilievo che rafforza la necessità di ridurre i tempi per gli interventi di bonifica, a tutela della salute pubblica, attuale e futuro. E qui entrano in gioco i sindaco dei comuni industriali sotto accusa che non alzato il dito contro chi inquina quando era necessario e magari intervenire con la forza delle leggi in materia per contrastare le emissioni pericolose in difesa della salute pubblica. Nel Sin Priolo si sono osservate eccessi della mortalità in generale per le cause provocate dall’inquinamento selvaggio a causa dei tumori, come denuncia da decenni Don Palmiro Prisutto, senza se e senza ma.

La sintesi. Nel territorio del Sin denominato Priolo l’aria a tratti è irrespirabile, la puzza irresistibile, le colonne di fumo variopinto s’innalzano sinistre verso il cielo, specie di notte, fiumi di percolato che quando piove scorrono dalle discariche verso il mare, i fondali marini nella rada di Augusta e il mare circostante in cui i fanghi contaminati si sono spinti fin nel Canale di Sicilia, sono un enorme deposito di fanghi inquinati stimati dagli 85 ai 105 milioni di metri cubi; 23 le discariche velenose autorizzati, alcune mal gestite, mentre quelli abusivi disseminati in lungo e in largo non sono quantificabili; i milioni di metri cubi di amianto fanno parte ormai dello scenario apocalittico. Ogni tanto le discariche prendono fuoco senza sapere il perché; le industrie e i comuni non curano il diserbo con incendi che ormai sono la regola d’estate sono la delizia dei piromani. Il rischio? L’effetto domino, specie nei serbatoi delle raffinerie.

Il tasso di mortalità e di malformazioni congenite, ma questo in quasi tutti i siti siciliani, è alto. Nel territorio siracusano l’incidenza dei tumori, alcuni in particolare, è molto più alta della media nazionale e regionale; nesso fra presenza di “veleni”, nell’aria, nell’acqua e nei terreni e picchi anomali di particolari malattie. In sintesi, un quadro preoccupante contenuto nella quinta edizione del rapporto “Sentieri” – “Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento” – dell’Istituto superiore di sanità. 8 anni di studio e un dossier clinico più aggiornato dei cittadini residenti in 45 Sin, Siti di interesse nazionale per le bonifiche, 4 in Sicilia: Biancavilla, Gela, Milazzo e Priolo.

Nel Sito industriale Priolo, Melilli, Augusta e Siracusa, la mortalità generale nella popolazione del sito è in linea con la media regionale. La percentuale dei decessi per malattie dell’apparato digerente è in eccesso in entrambi i generi, così come quella per malattie dell’apparato urinario, anche se per queste ultime l’eccesso negli uomini è basato su una stima incerta. Risulta in difetto, rispetto al riferimento regionale, la mortalità per malattie dell’apparato respiratorio sia negli uomini sia nelle donne; in queste ultime, sulla base di una stima incerta. Tra le patologie con un’evidenza a priori Limitata o Sufficiente di associazione con esposizioni ambientali nel sito, il mesotelioma della pleura risulta in eccesso, quale causa di decesso, in entrambi i generi. È in eccesso la mortalità per il tumore del polmone tra le donne, basato su una stima incerta, e per malattie respiratorie acute tra gli uomini.

Nei particolari dello Studio Sentieri, “il numero dei ricoverati per tutti i principali gruppi di patologie risulta in eccesso rispetto alla popolazione regionale in entrambi i generi. Tra le patologie con un’evidenza a priori Limitata o Sufficiente di associazione con esposizioni ambientali presenti nel sito, si osservano in eccesso, quali diagnosi di ricovero in entrambi i generi, il tumore del polmone, i tumori maligni della pleura, le malattie dell’apparato respiratorio, le infezioni acute respiratorie e l’asma, quest’ultima sulla base di stime incerte. Anche il tumore dell’ovaio è risultato in eccesso quale diagnosi principale di ricovero

L’incidenza complessiva dei tumori maligni, esclusi quelli della pelle, risulta in eccesso rispetto alla popolazione delle regioni del Sud e Isole in entrambi i generi, sulla base di stime incerte, nel periodo 2006-2012. Tra le patologie tumorali con un’evidenza a priori Limitata o Sufficiente di associazione con esposizioni ambientali presenti nel sito, il mesotelioma è in eccesso in entrambi i generi. Il tumore del polmone è in eccesso tra le donne e, sulla base di una stima incerta, tra gli uomini. L’incidenza del tumore del colon retto è in eccesso negli uomini e in difetto tra le donne, stime entrambe incerte. L’eccesso del tumore dell’ovaio è basato su una stima incerta. L’incidenza del tumore dello stomaco è in difetto in entrambi i generi, sulla base di stime incerte.

Il V rapporto Sentieri, costituisce l’aggiornamento del programma di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati di interesse per le bonifiche, indaga annualmente l’Italia dei siti contaminati valutando l’incidenza o meno di patologie associate o associabili a questi luoghi; il Rapporto, adotta un approccio multi esito basato su sistemi informativi sanitari correnti: mortalità e ricoveri specifici per causa, incidenza oncologica, prevalenza di anomalie congenite, salute infantile, pediatrica, adolescenziale e dei giovani adulti. Lo studio mostra eccessi di patologie, ovvero valori più alti del valore atteso calcolato su base regionale, in territori caratterizzati dalla presenza di fonti di esposizione ambientale, che sono dunque potenzialmente associate alle patologie studiate. Potenzialmente perché lo studio non analizza altri fattori che potrebbero concorrere, ovvero fattori socio-economici, stili di vita, disponibilità e qualità dei servizi sanitari, per dirne alcuni. Un altro limite dell’indagine, è specificato, è determinato dalla frammentazione delle informazioni relative alla tipologia di inquinanti presenti nei siti e nelle diverse matrici (aria, acqua, suolo).

“Facendo riferimento alle patologie di interesse eziologico a priori – si legge sempre nel Rapporto – gli eccessi più evidenti risultano essere relativi al mesotelioma maligno, ai tumori maligni del polmone, del colon, dello stomaco, e alle patologie respiratorie benigne. Gli eccessi tumorali si osservano prevalentemente nei siti con presenza di impianti chimici, petrolchimici e raffinerie, e nelle aree nelle quali vengono abbandonati rifiuti pericolosi”.

Secondo l’Oms, aumentano i decessi attribuibili all’inquinamento atmosferico. Sia in locali chiusi (4,3 milioni), sia all’aperto (3,7 milioni). È lo 0,1% della popolazione mondiale. L’Italia è al nono posto nel mondo per i decessi causati da gas e polveri sottili. Il costo causato dall’inquinamento include una riduzione della capacità lavorativa, mentre dall’altra oltre alla perdita e la degradazione di risorse naturali e terreni impatta sulla spesa sanitaria dei Paesi che devono far fronte a sintomi che spesso sfociano in malattie croniche che richiedono ospedalizzazioni frequenti.

 Fonte il Sole 24 Ore. In Sicilia preoccupa la presenza di quattro Sin (Priolo, Gela, Milazzo e Biancavilla), Siti industriali particolarmente compromessi dall’inquinamento e quindi con priorità di bonifica che ritarda. Tra gli altri dati, si segnala anche uno scarto pari a +9% di tumori maligni in bambini e ragazzi, tra 0 e 24 anni, almeno in riferimento ai 28 siti in cui è attivo il registro tumori. In 8 anni è stato registrato un eccesso di mortalità pari a 11.992 persone, di cui 5.285 per tumori e 3.632 per malattie dell’apparato cardiocircolatorio. Numeri che trovano conferma nelle varie pubblicazioni relative ai registri dei tumori locali: a Siracusa registrato un aumento dell’incidenza, con particolare riferimento ai comuni dell’area industriale rispetto al resto della provincia, e una riduzione della mortalità. In particolare, nel triennio esaminato (2010-2012) “la zona che fa registrare i tassi più elevati – si legge nella nota dell’Asp – si conferma quella del polo industriale siracusano con Augusta in testa, e con tassi più alti tra i maschi (551,6) rispetto alle femmine (427,6)”. La Sicilia, rivela l’Ispra, è stata la Regione che nel 2015 ha fatto registrare la quota maggiore di emissioni di ossidi di zolfo (con il 22,5% del totale nazionale), ed è inoltre nel mirino dell’Ue per due procedure di infrazioni che riguardano la mancata protezione dei cittadini dagli effetti delle emissioni di biossido di azoto, in rapporto ai valori limite stabiliti dalla legislazione comunitaria (art.13 della direttiva 2008/50/Ce), da rispettare già a partire dal 2010, e il superamento dei valori del limite di PM10 (2014-2147). Tutti i ritardi dell’Italia nella legislazione ambientale in un unico rapporto. Lo ha definito e pubblicato la Commissione europea facendo un esame dell’attuazione delle politiche ambientali. In riferimento all’Italia, le note dolenti sono quelle ben note: gestione dei rifiuti, delle acque reflue urbane e della qualità dell’aria. Riguardano la Sicilia, in totale otto procedure di infrazione in questi tre ambiti, con inadempienze che si sono tradotte in salatissime sanzioni periodiche o giornaliere, in applicazione di condanne della Corte europea di Giustizia. La qualità dell’aria costa ancora di più, con circa 70.000 morti premature stimate a causa della cattiva qualità dell’aria nelle città o nei centri industriali.

Secondo la Commissione, “si sono registrati progressi limitati nella riduzione delle emissioni” anche se “i governi nazionali e regionali stanno intensificando gli sforzi per affrontare il problema dell’inquinamento atmosferico, stipulando accordi che includono misure di pianificazione (come le zone a traffico limitato), incentivi fiscali e miglioramenti tecnici alle automobili”.
Tra il 2016 e il 2017 “sono stati segnalati superamenti delle soglie massime ammesse sia per il particolato che per gli ossidi di azoto NO2”, e questo principalmente a causa dell’eccessivo traffico stradale (con oltre l’80% degli spostamenti effettuati con auto private) e delle emissioni dovute a dispositivi di riscaldamento domestico inefficiente. La Commissione riporta che, secondo l’Agenzia europea dell’Ambiente, “l’inquinamento atmosferico è stato responsabile di circa 74.000 morti premature in Italia nel 2015”.

Insomma, mentre l’inquinamento continua indisturbato, i colpevoli rimangono nascosti tra corruzione, luci e ombre, sussurra e grida, ma nessuno pagherà per aver provocato migliaia di morti prematuramente.

Concetto Alota

 

 

 

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