La piccola grande Libreria Salvatore Sciascia

La piccola grande Libreria Salvatore Sciascia” la nuova opera di Francesco Guadagnuolo è stata realizzata dall’artista a Roma nel 2022, il quale si è trasferito da Caltanissetta nella Capitale nel 1974 e nonostante la lontananza ha avuto sempre un particolare sentimento per la sua Città natale.

Ne diamo un’anticipazione del grande evento culturale nel 2023.

Il quadro è una sorta di omaggio dell’artista all’Editore Salvatore Sciascia e alla Città di Caltanissetta che gli è valso l’appellativo di “Piccola Atene”, dallo scrittore Leonardo Sciascia. Non a caso l’opera è nata per una riconoscenza nei riguardi della Casa Editrice che ha allargato gli orizzonti culturali nisseni attraverso Roma.

Nel grande quadro, di circa tre metri per un metro e mezzo, realizzato ad olio su tela, è effigiata la caratteristica Libreria Salvatore Sciascia che era ubicata in Corso Umberto a Caltanissetta. A rendere l’atmosfera è la presenza di alcuni scrittori, filosofi e poeti ritratti da Guadagnuolo che occupano tutto lo spazio con realismo evocativo come se si volesse riconvocarli in vita.  Gli intellettuali effigiati, ben dodici appaiono ambientati a quello stretto incontro, in quanto la Libreria, in cui si svolge la cultura, è proprio stretta, al centro campeggia l’Editore. Tutti i personaggi paiono impegnati nei loro raccoglimenti e si avverte che vivono una situazione culturale di amicizia dove ascoltano Salvatore Sciascia che presenta un nuovo libro della sua Casa Editrice, espressione di comunicabilità culturale che riusciva a dare nel suo innovativo cenacolo nisseno, ponendo un ideale ponte intellettuale con la Capitale

L’intento di Guadagnuolo su quest’opera è stato di riuscire a mettere a frutto, con la sua esperienza di ritrattista, quella forza evocativa data dalla narrazione per rappresentazione congiunta all’inventiva compositiva, mirando a esortare nel pubblico una reazione di tipo emozionale in complemento al pensiero intellettuale. L’idea della preparazione della tela deriva dalla sentita emotività che originava all’artista in gioventù quando varcava la soglia della storica Libreria, l’osservazione di tutti quei libri lo interessavano e lo incantavano. La Libreria Salvatore Sciascia era, per certi versi, un’arena culturale e formativa fatta di scenari colorati dati dalle multiformi copertine dei libri allestite intorno ai tavoli per soddisfare i desideri letterari. Pertanto “La piccola grande Libreria Salvatore Sciascia” di Guadagnuolo è un’opera di evocazione dinamica, di riflessiva introspezione, che conquista l’osservatore, capace di afferrare l’anima della cultura nissena di quel tempo. Memoria e immagine culturale si diffondono nei personaggi ritratti che non vogliono essere una semplice storia illustrativa, a farli essere compresenti e propagarsi tra loro, ma un resoconto più sincero e dialettico di alte presenze contemporanee: Giorgio Caproni, Pier Paolo Pasolini, Franco Fortini, Roberto Roversi, Achille Campanile, Leonardo Sciascia, Valerio Volpini, Ferruccio Ulivi, Rosario Assunto, Angelo Romanò, Ezra Pound, Mario La Cava. Al centro Salvatore Sciascia l’Editore che sta vicino ai suoi fedeli scrittori intellettuali. A destra, sulla scala, come solito fare, a cercare i libri, c’è Gaetano Buscemi, amichevolmente “Tano”, leggendario impiegato della Libreria. Dalla porta di entrata, la visione di una parte di Corso Umberto dove si nota la Chiesa di Sant’Agata al Collegio tra i più scenici complessi religiosi della città. Il radioso stile Barocco siciliano emerge, infondendone un incanto originale nella sua natura. Guadagnuolo le ha dato un’area metafisica, con accenni cromatici che va dall’oro al rosato ai tenui gialli, da pochi tratti nella quasi schizzata Chiesa amalgamandosi con la piazza circostante, com’è solito fare l’artista nei suoi appunti di viaggio.

Tutta l’opera è stata realizzata con la tecnica del dripping che ha permesso all’artista più movimento nell’azione pittorica, fatta di sgocciolature, macchie di colore e segni, e ovviamente stesure cromatiche che qualificano le forme, il tutto nella risoluzione e superamento del consueto realismo. L’intramontata passione di Guadagnuolo per il mondo letterario lo porta al legame arte e letteratura e la rilettura evocativa della maggior parte degli scrittori ritratti che sono stati anche amici di Guadagnuolo, che ricorda con affetto e con una certa malinconia per non averli più tra noi, per questo l’opera trasmette anche parte del pensiero autobiografico dell’artista. Guadagnuolo affronta la grande dimensione del dipinto, in chiave Transrealista, giacché tutti gli intellettuali ritratti oggi, sono scomparsi, per cui c’è un tempo passato in un tempo presente, ragionando sull’importanza culturale che essi hanno assunto e che hanno lasciato ai posteri. Guadagnuolo lo realizza nel momento dell’incontro che ci fa scoprire come possa vivere un innovativo realismo in arte, l’accostamento con la consapevolezza della vita e della realtà passata, dandone un realismo “rivelatore” nella sua applicazione di rivelare il mondo con visione transreale, fuori dalla realtà, oltrepassando la storia presente per immergerci nel passato per poi ritornare al presente fondendo i due aspetti.

Inoltre pensando all’oggi, si può fare un’altra considerazione, che diventa valore aggiunto, in quanto il dipinto analizza la condizione di stato sociale dell’uomo comune, nel suo difficile rapporto con il mondo culturale, una materia più che mai odierna, sentita oggi, che ci porta a pensare sugli inattesi isolamenti sociali causati dai mezzi di comunicazione digitali: internet, social network, televisioni, ecc. che diventano responsabili della cosiddetta cultura di massa. É necessario riscoprire le proprie identità culturali storiche e per fare ciò bisogna mostrare, come ha fatto Guadagnuolo, attraverso la sua opera laddove identità e cultura vanno di pari passo insieme per allargare quelle conoscenze superiori che sono fondamentali per l’evolversi dell’umanità e per il nostro modo di vivere. Questo è il messaggio che intende trasmettere Guadagnuolo a tutti i giovani volenterosi, come valore aggiunto del suo dipinto educativo-istruttivo che ci porta a migliori risultati nella comprensione della vera cultura facendoli entrare nella grande tela pittorica e viverla intimamente nella considerazione dei grandi pionieri della storia culturale che sono, oggi più che mai, indispensabili com’è stato Salvatore Sciascia Editore a Caltanissetta. Guadagnuolo ci ha restituito il suo più appassionato dipinto culturale, espressamente intenso di italianità, sulla realtà della sicilianità che conta.

Gli anni cinquanta per l’Italia, rappresentarono la nascita della riedificazione del dopoguerra, e Salvatore Sciascia volle pure per Caltanissetta un apporto culturale nonostante la sua ubicazione geografica al centro della Sicilia, pur periferica per la cultura, questo non rappresentò per Sciascia un impedimento. Pertanto, il Poeta Giorgio Caproni nel 1958, scrisse la sua riflessione: “Eppure e con tutto questo, Caltanissetta lontana e sola, nonostante la triste cornice, troppo solenne forse per essere interamente compresa da noi, non è per nulla una città malinconica e addormentata, e tantomeno morta, come lì per lì ci sarebbe da aspettarsi…Caltanissetta, abbiamo avuto l’impressione, è una forza compressa, capace anche di fare qualcosa per noi se non si riuscirà a far qualcosa di concreto per lei.” Ancora Giorgio Caproni: “Una Casa Editrice come quella di Salvatore Sciascia non s’inventa in un deserto, né Salvatore Sciascia ci è apparso un puro folle od un semplice ma esaltato, mecenate e filantropo… No, la “Libreria” di Salvatore Sciascia non è, come da qualcuno è stato brillantemente e con un certo fondo di verità detto, una piantagione di fichi d’India a Milano”.

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By Redazione

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