La Viltà Umana

Si pensa sempre di non dover più scrivere qualcosa riguardo ad ogni sorta di attentato, specialmente quelli perpetrati contro i bambini. Purtroppo così non è quando si insegna ad odiare.
La classe araba definita “palestinese” dall’ignoranza europea e non solamente, ossia così chiamata dagli stessi arabi quando decisero di esiliare i loro fratelli reputati inferiori, come nel 1948, da quel tragico non voler creare uno stato per coloro che alla pari degli ebrei erano nati nel protettorato inglese, facente parte fino al 1918 dell’Impero Ottomano e tanti secoli fa delle terre conquistate dai romani. Di questo si tratta anche oggi, come riportato da quasi tutte le testate internazionali. (Più precisamente derivante dai Filistei).
Un palestinese si è lanciato in auto sulla gente alla fermata dell’autobus, uccidendo – nella speranza che i morti non aumentino – un bambino di 6 anni ed un giovane di circa 20 e ferendo almeno altre 8 persone.
Devo dire che anche dando questa notizia, certa stampa nostrana ha commesso un errore grave: “il palestinese di passaporto israeliano”. Come spesso scrivo e come poco vengo preso in parola da coloro che amano mutare la Storia a loro piacimento, un arabo di nazionalità israeliana è vero dal 1948, da quando cioè nella serata del 14 maggio di quell’anno, Ben Gurion proclamò la nascita dello stato. Arabi che stanno anche al potere, ricoprendo cariche politiche come nella magistratura, negli ospedali, nella vita di tutti i giorni dell’unico stato democratico della zona e tra i più democratici del globo.
Ma per coloro che parlano di uno stato palestinese non ancora ratificato – definizione nata dopo la Guerra dei 6 giorni del 1967 -, come si fa a definire un palestinese “di passaporto israeliano”? sarebbe come dire un italiano di passaporto ungherese o neozelandese o congolese … Parliamo di duplice nazionalità? Non credo visto che lo Stato Palestinese non c’è nonostante la fretta europea e non solo, di crearne le ambasciate.
Quello di oggi è un arabo israeliano fagocitato da Hamas (Gaza – uno “stato palestinese”) o dall’ANP (Cisgiordania – altro “Stato Palestinese”), nonostante sia nato nello stato democratico, ne abbia seguito le scuole, soprattutto amato il valore di libertà. E’ un terrorista al quale sono state promesse vergini paradisiache e soldi e tante altre cose per il coraggio di uccidere dei bambini alla fermata di un autobus.
Questi gli eroi che molti politici europei inneggiano ancora come perseguitati, come abitanti dei campi profughi (la terza generazione), dove non sono state costruite infrastrutture ma esclusivamente delle rampe lanciamissili. Perfino alcune delle vittime a nord della Siria sono state chiamate da alcune fonti di informazioni “palestinesi dei campi profughi”, ma per me rimangono dei poveracci la cui vita è stata strappata dalle forze della natura, esattamente come gli altri siriani, i turchi, i curdi, gente di tutte le religioni, nazionalità, colori della pelle, sesso o età.
Quello di Gerusalemme è un vile attentato. Immagino la festa a Gaza in onore di un assassino. Immagino l’entrata nello Shabbat sacro (il Sabato) di una famiglia che piange il figlio che stava aspettando l’autobus.
Baruch Dayan Ha Emet – Che la terra ti sia lieve

Alan Davìd Baumann

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