L’Alto Commissario per i Rifugiati in visita in Siria valuta le esigenze umanitarie della popolazione

Durante la sua quarta visita in Siria in qualità di Alto Commissario per i Rifugiati, Filippo Grandi ha valutato le ingenti esigenze umanitarie della popolazione. Ha osservato che, dopo otto anni di guerra, la portata del problema umanitario è sconcertante ed esacerbata dallo sradicamento di milioni di persone dalle loro case.

Gli anni di violenza e distruzione hanno costretto quasi un siriano su due a fuggire dalla propria casa: oltre 5,6 milioni di siriani vivono come rifugiati nella regione, mentre milioni di altre persone sono sfollate all’interno della Siria. Le stime indicano che nel 2018 oltre 1,4 milioni di sfollati interni (IDP) hanno fatto ritorno nelle loro case in Siria. Alcuni siriani, inoltre, stanno lentamente tornando dai paesi limitrofi verso aree in cui si sentono al sicuro.

Filippo Grandi ha ribadito che la politica dell’UNHCR è quella di aiutare le persone costrette alla fuga, tanto all’interno della Siria quanto in altri paesi. Ha inoltre affermato che i siriani che tornano volontariamente a casa per ristabilirsi nelle loro comunità d’origine hanno bisogno di aiuti umanitari.

L’Alto Commissario ha incontrato ieri le persone tornate a Souran, nel Governatorato di Hama, dove molti sfollati interni e alcuni rifugiati hanno preso la decisione volontaria di rientrare nelle proprie case, benché distrutte. I rifugiati rientrati a casa hanno riferito all’Alto Commissario quali sono le sfide che devono affrontare per ricostruire le loro vite nelle comunità d’origine: edifici e infrastrutture danneggiati o distrutti, mancanza di opportunità economiche e servizi inadeguati.

L’Alto Commissario ha poi incontrato famiglie di sfollati interni a Damasco che vivono in condizioni difficili, in edifici danneggiati e abbandonati. Le case da cui erano fuggiti sono solo ad alcuni chilometri di distanza, ma sono riluttanti a farvi ritorno a causa di preoccupazioni relative alla sicurezza, a infrastrutture ancora più inadeguate e alla mancanza di mezzi per riparare i danni.

Durante gli incontri con alti funzionari governativi, l’Alto Commissario ha sottolineato che per l’UNHCR la possibilità di entrare in contatto con le persone che decidono di fare ritorno al loro paese è fondamentale per valutare le loro esigenze e assisterle nel reinserimento. Ha poi notato come, ogni volta che ha avuto questa possibilità, l’UNHCR, insieme alle Agenzie delle Nazioni Unite e alle ONG partner, ha compiuto notevoli sforzi per risanare scuole e abitazioni, ripristinare servizi quali panifici e centri sanitari, oltre a garantire l’accesso alla documentazione. Il lavoro dell’UNHCR con i rifugiati rimpatriati include infatti il sostegno per il recupero dei documenti, la risposta ai bisogni dei minori non accompagnati e separati dalle famiglie, nonché la consulenza e il sostegno specifico a persone particolarmente vulnerabili.

L’Alto Commissario ha ribadito al governo l’importanza di continuare a rimuovere anche gli ostacoli di natura legale e amministrativa.

Filippo Grandi ha poi espresso la sua profonda preoccupazione per i civili intrappolati nelle aree controllate dallo Stato Islamico nel nord-est della Siria, oltre che per le condizioni delle oltre 50.000 persone che hanno cercato rifugio nel campo di al-Hol a partire dal mese di dicembre. Ha inoltre espresso preoccupazione per le condizioni disperate delle persone a Rukban, chiedendo che venga trovata una soluzione alla loro difficile situazione.
Filippo Grandi, che si recherà in Libano per fare visita ai rifugiati e incontrare il governo, ha sottolineato che ad oggi i rifugiati che hanno fatto ritorno in Siria rappresentano solo una porzione della vasta popolazione di rifugiati siriani. L’Alto Commissario continua inoltre ad esortare la comunità internazionale a sostenere i milioni di rifugiati siriani che vivono nei paesi limitrofi e che hanno ancora bisogno protezione e assistenza, oltre alle comunità ed i governi locali che negli ultimi otto anni hanno ospitato milioni di rifugiati siriani.

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