L’ultimo defilé – Sasà Agiato, un Maigret siciliano

Ambientato alla fine degli anni cinquanta, in piena industrializzazione del territorio del siracusano, L’ultimo defilé, romanzo giallo di Giampiero Bernardini, è caratterizzato da diversi pregi. È conciso – 129 pagine – all’incirca nella media dei romanzi di Simenon incentrati sul personaggio di Maigret; ma la brevità in sé, com’è ovvio, non basterebbe a determinare la qualità di un thriller, sono necessari i contenuti, la coerenza della trama e la scorrevolezza, in modo da costringere il lettore a non staccarsi dalla pagina sino alla fine.

Questi elementi sono sostanzialmente presenti nel testo in questione, e ne rendono la lettura scorrevole e veloce.

Dicevamo dell’ambientazione in una Sicilia orientale che, a poco più di un decennio dalla fine del secondo conflitto mondiale, assisteva a una trasformazione della sua economia da agricola a industriale, con un’ inevitabile metamorfosi del suo paesaggio e del suo habitat. Non si trattò però soltanto di una rivoluzione “a vista d’occhio”, ma di un cambiamento che investiva le modalità di vita, la psicologia, e la salute tanto degli abitanti della zona quanto delle specie animali che colà vivevano.

Queste dinamiche costituiscono il tessuto connettivo del romanzo, laddove una dimensione ancora ancestrale di un territorio antichissimo, ricco di tesori archeologici della Magna Grecia e del medioevo, e una mentalità agricola e provinciale, si confrontano con le innovazioni portate dalla tecnologia – in primis la televisione – e dalla ricchezza dovuta alla lavorazione del petrolio.

In questo contesto si inserisce la vicenda dell’industriale del nord oriundo siciliano, della sua sposa giovanissima promessa del settore della moda, modella e indossatrice di belle speranze, e dell’ispettore del Commissariato di Ortigia a Siracusa, Sasà Agiato.

Dopo un matrimonio d’alto livello che suscita l’ammirazione, le chiacchiere e l’invidia dell’intera provincia di Siracusa, la coppia di sposi parte per la luna di miele. In città e nei dintorni si discute della bellezza della sposa, gloria locale, e della ricchezza da parvenu dello stagionato marito industriale. Sasà Agiato ascolta con scarsa attenzione tutto questo, preso com’è nella sua duplice attività di ispettore di polizia e di proprietario in società di una bottega di vendita e riparazione di moderna – per l’epoca – tecnologia: radio, televisione, elettrodomestici.

Tutta una folla di umanità locale, clienti del negozio di Agiato, avventori di bar e locali, massaie e ortolane del mercato rionale, agenti di polizia sottoposti all’ispettore, discutono del matrimonio dell’anno e della piega tragica che, da un certo punto, assume la vicenda. L’ispettore, chiamato a vederci chiaro, terrà in conto di tutto questo per risolvere il caso.

Giallo “classico” deduttivo, e non hard boiled o pulp, L’ultimo defilé richiama alla memoria un po’ Montalbano e un po’ Maigret, soprattutto quest’ultimo per le sue frequentazioni di bar ed enoteche, e per le sue abitudini sentimentali.

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