“Milano e La Scala (1778-1920) – Nascita dell’industria lirica” alla Società del Giardino

Martedì 16 maggio con inizio alle ore 18.30, presso la Società del Giardino in via San Paolo 10,è stato presentato il volume “Milano e La Scala (1778-1920) – Nascita dell’industria lirica” scritto da Antonio Schilirò, già professore di Storia della musica al Conservatorio di Milano per oltre 30 anni. Sul palco, Franco Pulcini, musicologo, saggista e scrittore, già Direttore Editoriale del Teatro alla Scala e docente di Storia della Musica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano; Alessandro Bruciamonti, editore casa editrice Sefer e Masha Sirago, attrice e scrittrice.

Il Professore Franco Pulcini ha illustrato e messo in risalto alcune parti salienti del volume “Milano e La Scala” del collega Schilirò, raccontando anche di alcune vicende vissute da lui personalmente quale Direttore editoriale per molti anni alla Scala, e nell’esporre, tra tante informazioni e aneddoti, i vari colori usati per addobbare balaustre, poltrone, palchi, il Professore riferisce dell’attuale e ultimo definitivo color bordeaux del teatro alla Scala uguale proprio a quello della sua cravatta indossata per l’occasione, e alternava il suo intervento dando la parola all’attrice Masha Sirago che ha letto alcuni paragrafi direttamente dal volume.

L’editore Bruciamonti ha voluto ricordare con quanta passione l’autore Schilirò ha dedicato per la stesura del testo, giorno per giorno, tra un invio di bozze e correzioni continue, consultandosi sempre e reciprocamente, al fine del continuo miglioramento del libro.

Il palco alla Scala è stato per molti anni lo specchio fedele della Milano del tempo, status symbol, luogo esclusivo di rappresentanza dell’aristocrazia, e di appartenenza all’élite cittadina, dove i Palchettisti si recavano quasi ogni sera, non solo per assistere allo spettacolo, ma anche per conversare, tessere relazioni, accrescere il patrimonio familiare attraverso alleanze matrimoniali, coltivare amori clandestini per appassionati amanti, oppure darsi ai giochi d’azzardo, almeno finché questi non furono vietati” legge, dall’Introduzione al libro, l’attrice e scrittrice Masha Sirago.

Il volume, concepito inizialmente come approfondimento della storia dei palchi della Scala (si ricordi la mostra “Nei palchi della Scala. Storie milanesi” presso il Museo del Teatro alla Scala (8 novembre 2019 – 30 maggio 2020, curata da Pier Luigi Pizzi) è un’indagine ampia sulla vita musicale milanese, dove, tra l’altro, viene spiegato come la Scala, dopo appena cinquanta anni dalla sua inaugurazione, sia considerato il più famoso teatro d’Europa e quindi del mondo, e come negli anni che vedono l’affermazione internazionale del melodramma italiano Milano divenga la capitale dell’ industria lirica.

Il punto maggiormente qualificante del mio lavoro – dichiara Schilirò – è l’aver potuto attingere a numerose e preziose fonti d’archivio pubbliche e private, in massima parte sconosciute, alcune delle quali rese accessibili solo di recente, qui presentate e discusse per la prima volta. Attraverso queste fonti è stato possibile ricostruire le cronache quasi giorno per giorno della costruzione del nuovo Teatro , finanziato per intero dai nobili milanesi, che in cambio ne ebbero un palco con annesso camerino. Il possesso di un palco alla Scala è stato per oltre un secolo lo specchio fedele della Milano del suo tempo, status symbol e centro della vita sociale. I Palchettisti vi si recavano quasi ogni sera, non solo per assistere allo spettacolo, ma anche per conversare, tessere relazioni, accrescere il patrimonio familiare attraverso alleanze matrimoniali, coltivare amori clandestini. Ma il palco non è soltanto “bene sociale”, ma anche un bene materiale, un immobile, con un suo valore e come tale può essere venduto, donato, ereditato, dote di nozze, oppure affittato e quindi assumono molta importanza gli atti notarili o, nel caso degli affitti, anche le scritture private” conclude l’autore, purtroppo assente all’evento per motivi di salute.

In questo studio l’autore porta a conoscenza anche di qualche aspetto “curioso” della vita teatrale milanese. Emblematico è il caso del gioco d’azzardo. Sotto il regno di Maria Teresa e quindi di Napoleone I, il Ridotto del teatro diventa una sorta di sala da gioco con delle precise regole definite dai numerosi Editti o Avvisi dell’autorità preposta al controllo degli stessi (il Governatore austriaco o il Direttore dei Ridotti napoleonico).

L’evento è stato aperto e chiuso con la performance del mezzosoprano Kulli Tomingas che ha interpretato “Una voce poco fa” da “Il Barbiere di Siviglia” di Rossini e “Habanera” da “Carmen” di Bizet, accompagnata al pianoforte da Luca Schieppati.

Le pagine che compongono il volume “Milano e La Scala (1778-1920). Nascita dell’industria lirica” di Antonio Schilirò (pag. 238, 25euro, edizione Sefer) documentano e rendono appassionata la cronaca di tutte queste vicende sociali e culturali milanesi.

Roberta Balmas e Masha Sirago

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