Morte del maresciallo Gioia, per i consulenti del Gup fu suicidio


I consulenti nominati dal gup del tribunale aretuseo, Salvatore Palmeri, hanno confermato non esservi altri elementi di rilievo rispetto a quelli valutati che costituiscono il contenuto della loro perizia, ribadendo che a loro giudizio la morte del maresciallo dei carabinieri Licia Gioia sia da ricollegare ad un suicidio. Il perito balistico Felice Nunziata e il medico legale Cataldo Raffino, sono stati esaminati nuovamente ieri mattina in udienza, convocata proprio per rispondere ad alcuni interrogativi sorti a conclusione del contraddittorio fra i periti, che si è celebrato nell’udienza di fine novembre. In particolare, il pm Gaetano Bono aveva fatto emergere un particolare, rilevato dal biologo Elio Insirello – perito della Procura – relativa al palmo della mano destra della vittima, che presentava numerosi schizzi di sangue. Un’incongruenza che, per i consulenti del pm e quelli di parte civile, striderebbe con l’ipotesi di suicidio atteso che, impugnando la pistola d’ordinanza con la destra, quegli spruzzi avrebbero dovuto essere presenti sul dorso della mano e non sul palmo. Ma i due super periti, cui è stato posto lo specifico quesito, hanno risposto che non vi sia nulla di anomalo nella presenza di quegli spruzzi di sangue.

Il pubblico ministero ha, quindi, chiesto un incidente probatorio per eseguire l’esame della maglietta indossata dall’imputato, che sarebbe anch’essa intrisa di sangue ma il giudice ha rigettato l’istanza sostenendo che non vi sia alcuna necessità di ulteriori riscontri probatori. Con l’udienza di ieri, alla presenza dei genitori del maresciallo Gioia, che si sono costituiti parte civile al relativo processo a carico del poliziotto Francesco Ferrari, marito di Gioia, si è chiusa l’istruttoria dibattimentale mentre dalla prossima si passa alla discussione. Il 26 marzo, quindi, tocca al pm Bono esporre la propria requisitoria per poi proseguire con l’intervento del legale di parte civile e concludere con l’arringa della difesa.

La morte del maresciallo Gioia, come si ricorderà, è avvenuta il 28 febbraio 2017 nella villetta di contrada Isola. La Procura ha aperto un’inchiesta nominando una serie di periti per verificare le ipotesi emerse in sede di indagni. Nella ricostruzione della dinamica dell’episodio e sulla traiettoria dei proiettili si è registrata una divergenza nelle conclusioni a cui sono giunti i consulenti al punto da rendere necessario un loro confronto, avvenuto nella passata udienza preliminare. Alla luce di quanto ribadito ieri dai due periti nominati dal Gup, lo stesso giudice ha ritenuto avere tutti gli elementi per potere procedere con la discussione, a conclusione della quale emettere la sentenza.

F. N.

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