Salvo Adorno(Pd): Ponte umbertino simbolo di progettualità e di futuro

Siracusa 14 settembre 2021 – Il ponte Umbertino rappresenta il simbolo di una città che esce da Ortigia per arrivare alla terraferma. Rievoca la prima modernità di inizi Novecento quando Siracusa dopo aver abbattuto le mura aveva iniziato a costruire i nuovi quartieri ambiva a diventare grande città portuale, si immaginava come città turistica, ed evocava la sua centralità mediterranea. Ci ricorda una fase di sviluppo in cui ceto politico, imprenditoria e intellettuali ragionavano intensamente sul futuro della città. Il ponte era il simbolo di questo futuro.  Era destinato a sostituire un primo ponte in muratura costruito negli anni Sessanta dell’Ottocento e che era stato oggetto di un lungo contenzioso tra stato a comune per la ripartizione della spesa. Successivamente il primo piano regolatore della città del 1889 individuò la necessità di edificare un nuovo grande ponte monumentale che doveva rappresentare la prima sezione di un lungo rettifilo che univa Ortigia alla terraferma e che sarebbe dovuto diventare l’arteria fondamentale della città.  Nel 1901 si completò l’iter di approvazione del progetto e iniziò subito la costruzione, mentre si colmavano due dei tre canali che attraversavano l’istmo. Le foto e le piante di quel progetto, che allego, raccontano questa storia. Raccontano di una città ambiziosa che costruiva il suo futuro e lo progettava con il piano regolatore e con scelte amministrative forti come il colmamento dei canali. Quella stessa ambizione, quella stessa capacità di costruire il futuro, si vorrebbe oggi in città. Il Partito Democratico si muove in questa direzione e auspica che il torrione venga immediatamente restaurato, che il simbolo di inizi novecento della città proiettata verso la conquista della terraferma venga ripristinato, e che questo incidente offra l’occasione per innescare una riflessione sul futuro di Siracusa. L’auspicio è che amministrazione e soprintendenza intervengano in modo celere e determinato. Le foto e le carte ci ricordano come era, ma noi ci pensiamo come costruttori di futuro. 

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