Siracusa prigioniera della politica arrogante e del fallimento

Syracus

A proposito di 25 aprile, la città di Siracusa deve essere liberata da un enorme vuoto politico. La sinistra, questa sinistra, che doveva riempire gli spazi e i fallimenti della destra con la logica del buon senso per ricostruire attorno alla ripresa economica e sociale il destino della città di Archimede, è fallita miseramente. Ha introdotto quello che nessuno si aspettava: la politica dell’arroganza, facendo precipitare in un buio baratro le speranze dei siracusani onesti. Un’amministrazione poco politicizzata, ma molto personalizzata, nata dalla scelta scellerata di creare un progetto innovativo che ha portato invece all’indignazione, dimostrando un’incapacità nell’amministrare. Un contesto nel quale a un certo punto la buona politica è sparita per far posto alla confusione senza speranza; e come in una battaglia nel deserto del nulla, in cui non ci saranno né vinti né vincitori, è apparso l’immobilismo. Un declino a tutti i livelli, che sembra destinato ad andare avanti in maniera tondeggiante, in una giostra che gira sempre allo stesso modo e senza nessuno sopra.

La guerra sulla spazzatura è ormai senza quartiere; si combatte lungo le strade abbandonate, puzzolenti, in cui i cittadini sono semplicemente senza speranza; nel palazzo del potere, l’amministrazione comunale capitanata da Italia & Company usa la logica di un decadimento mai visto prima d’ora. Come arma a doppio taglio s’insegue alla maniera di una campagna elettorale al contrario, mentre il cerchio si aggroviglia, senza se e senza ma. Le discariche abusive sono ormai l’emblema della città; peggio nella periferia totalmente abbandonata.

I siracusani sono stati traditi ancora una volta dalla politica falsa e cortese; un fatto che ricorda il passato da dimenticare. Il centro è stato spogliato da qualsiasi possibile condizione capace di rivalutare l’Isola di Ortigia che nella storia è stata sempre amata e odiata, ma oggi soffre più che mai di un declino a tutti i livelli che sembra destinata ormai a soccombere, così com’è la Borgata, Mazzarrona, Santa Panagia, Arenella, Cassibile, Fontane Bianche, Belvedere, Villaggio Miano e tanti altri quartieri, e forse è meglio dire: tutta la città senza esclusione alcuna.

La via del Mare è rimasta una chimera. In pratica, manca un piano di sviluppo serio e capace di sollevare le sorti di una comunità ormai abbandonata al proprio destino dei vinti, con strade pericolose piene di buche e senza segnaletica. Per non parlare del nuovo ospedale, del nuovo cimitero, del circuito automobilistico abbandonato dopo una spesa pubblica non indifferente nel silenzio generale. Per l’attività portuale finora solo proclami, mentre sono solo gli operatori privati a decidere il da farsi per un possibile sviluppo sostenibile, senza che la politica faccia il proprio dovere istituzionale. Si sono presentati ai siracusani come l’emblema di un rinnovamento a partecipazione promiscua, assoldati alla rinfusa, in qualche modo in un “partito” dai mille simboli e colori, che alla fine ha seguito la scia astratta del nulla, del niente per rilevanza politica e buona amministrazione, prigionieri del fallimento della politica. Atti di largo respiro politico, per realizzare semplicemente i programmi promessi, e non invece gli interessi della propria personale bottega. L’unica cosa certa per il momento è la proliferazione precoce dei topi in tutta la città.

Concetto Alota

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